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Alessia muore a 17 anni. Il malore, i due interventi alla testa e la fine: «Encefalite di origine sconosciuta»

Pubblicato il 03/07/2022 08:02 - Aggiornato il 05/04/2023 09:41

Aveva solo 17 anni Alessia De Nadai e viveva a Pedavena, nel Bellunese dove aveva terminato con brillanti voti il quarto anno all’Itis Negrelli di Feltre, indirizzo Biotecnologia sanitaria. L’ultimo giorno di scuola lo aveva passato giocando a pallavolo con le amiche. Poi, il 19 giugno, si è sentita male e i genitori l’hanno subito ricoverata nell’ospedale di Feltre, nel reparto di Neurologia dove però la situazione si è aggravata al punto da richiedere il trasferimento all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, per un intervento urgente alla testa. All’inizio era sembrato che le cose si mettessero bene ma sabato scorso è stato necessario un nuovo intervento, inutile: lunedì Alessia è morta. Le cause del decesso, inizialmente chiare, sono andate via via complicandosi. (Continua dopo la foto)

Chiara aveva avuto di recente una mononucleosi, la cosiddetta “malattia del bacio” molto frequente nelle fasce d’età più giovani, ma per il resto era una ragazza perfettamente sana. A portarla via, a detta dei sanitari, un’encefalite fulminante. Ma qui inizia il mistero. Inizialmente i sanitari sospettano che si tratti di un’encefalite autoimmunitaria, ma gli esami a cui è stata sottoposta Alessia finiranno per escludere che le cause siano batteriche o virali: “Origine sconosciuta” è per ora la risposta della scienza. (Continua dopo la foto)

Come tante altre morti sospette e improvvise di giovani e meno giovani a cui le cronache ci hanno ormai quotidianamente abituati anche in questo caso molte cose non sono chiare. Di certo, dicono i medici, Alessia se n’è andata per colpa di una encefalite, ma – come riporta il “Corriere della Sera”– la natura e l’origine di questa encefalite è “quindi ritenuta sconosciuta”.

Non è certamente questo il caso e aspettiamo le decisioni finali dei sanitari, ma ormai troppi “malori improvvisi” restano poco chiari per non parlare dei tanti disturbi finora considerati “Long Covid” ma che addirittura uno scienziato lontano da sospetti no-vax come il Prof. Massimo Galli ha così definito: “Molte persone hanno una riduzione della memoria e della concentrazione che però non sono quasi mai drastiche. Viene definita “brain fog”, nebbia cerebrale. Ci sono poi sindromi cardiache e sintomi dermatologici, di solito compaiono a mani e a piedi con sensazioni di arrossamento e bruciori simili ai geloni da freddo. Altre persone invece sviluppano fastidi e bruciori alla cassa toracica. Ci sono così tanti sintomi che viene il dubbio se considerare tutto ciò come long Covid. Alcuni di questi potrebbero essere stati innescati dalle vaccinazioni.”