Esiste ancora una farmacovigilanza nel nostro Paese? Viene da chiederselo in maniera spontanea in un momento, tra l’altro, particolarmente delicato, con il governo che ha già iniziato una martellante campagna a favore della terza dose per la fascia adulta della popolazione e per la prima somministrazione nei bambini. A breve, il 29 novembre, è attesa la decisione dell’Agenzia europea del farmaco (l’Ema) sulla fascia d’età 5-11 anni, con la nostra Aifa che si è già detta pronta ad adeguarsi in fretta e furia al verdetto. La stessa Aifa che, nel frattempo, ha sospeso la pubblicazione a cadenza mensile dei report sull’emergenza Covid.
Aprendo l’ultimo “Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19” pubblicato dall’Aifa e relativo al periodo compreso tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2021, ecco infatti che fa capolino un paragrafo in cui l’Agenzia del farmaco italiana annuncia: “Considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini COVID19, il Rapporto di sorveglianza non sarà più pubblicato con cadenza mensile bensì trimestrale. Come di consueto, tutte le informazioni di sicurezza saranno comunque pubblicate sul sito dell’Agenzia, così come eventuali approfondimenti su specifici argomenti d’interesse”. Stop, insomma, ai report ogni mese sulle segnalazioni di effetti indesiderati dopo la somministrazione dei vaccini. In un momento critico, con il governo chiamato a prendere decisioni di fondamentale importanza nel giro di poche settimane.
La campagna per la terza dose è stata già lanciata, nonostante tra gli esperti permangano ancora dubbi sull’opportunità di una nuova inoculazione per tutti, non limitata alle fasce più a rischio della popolazione. Lo stesso Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, nei giorni scorsi aveva confidato al programma radiofonico Un giorno da Pecora su Rai Radio 1: “Non sono così sicuro che un 30-40enne abbia bisogno di fare la terza dose”. Stessi interrogativi che circondano l’ipotesi di dare il là alle somministrazioni per i minori, con il rischio miocarditi a preoccupare milioni di famiglie. Perché proprio ora l’Aifa ha deciso di nasconderci i dati sugli effetti avversi, tentando di sminuire un problema in realtà concreto e attualissimo?
L’Agenzia del farmaco si limiterà quindi “all’aggiornamento mensile dei grafici interattivi”, trasformando la lettura dei report sugli effetti dei vaccini in un appuntamento trimestrale. Una scelta che solleva inquietanti interrogativi. Al governo verranno ancora forniti i dati sugli effetti avversi dei vaccini? O i nostri politici saranno chiamati a prendere decisioni delicatissime senza più dati a supportarli? E in caso, perché a loro saranno forniti i numeri relativi agli effetti avversi dei vaccini mentre agli italiani saranno nascosti? Domande alle quali nessuno si prenderà la briga di rispondere, in un Paese in cui i cittadini sono ormai chiamati a una cieca obbedienza, senza più la possibilità di esprimere la propria opinione.
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