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L’addio alle mascherine è oro: quanto pesa sul Pil italiano la fine dell’obbligo all’aperto

Pubblicato il 24/06/2021 11:44 - Aggiornato il 24/06/2021 11:47

Mentre una parte del governo, quella che fa capo a Roberto Speranza e che vede però spesso e volentieri anche il premier Mario Draghi arruolato, continua a insistere per una gradualità della ripresa, con limitazioni da eliminare col contagocce, ecco arrivare i dati che mostrano come, senza più restrizioni, il giro d’affari estivo dell’Italia potrebbe di colpo schizzare verso l’alto. Secondo Confesercenti, nel terzo trimestre del 2021 i consumi potrebbero infatti toccare quota 247 miliardi di euro, contro i 238 del secondo trimestre e i 232 del primo.

Lo stop alle mascherine è oro: quanto pesa sul Pil italiano la fine delle

Esattamente un anno fa, quando la seconda ondata non era ancora stata ipotizzata e ci si illudeva di essere già fuori dall’incubo, l’asticella dei consumi si era fermata a 242 miliardi. Quest’anno potremo rinunciare anche alle mascherine all’aperto, un passaggio che potrebbe contribuire a un salto in avanti di circa 5 miliardi. Non sono numeri record, ma permetterebbero a tante famiglie di tirare finalmente un sospiro di sollievo dopo mesi e mesi di sacrifici.

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha commentato al Messaggero: “La fine delle restrizioni può dare una spinta significativa ai consumi interni, dai quali dipende il 60% del nostro Pil e la sopravvivenza della maggior parte delle imprese. L’Italia in bianco fa rima con ripartenze: le nostre aziende escono da questo anno e mezzo di pandemia in grave difficoltà, e con circa 200 miliardi di debiti con fornitori, banche e fisco, ma hanno anche una gran voglia di risollevarsi e fare bene”.

A pesare è però la presenza di turismo estero, ancora molto ridotta rispetto ai nostri standard precedenti al Covid. Un calo che andrà a colpire soprattutto la zona del Centro-Nord, territori nei quali storicamente l’incidenza di questa voce sulla spesa è più elevata. Dando uno sguardo indietro, durante l’estate del 2019, i consumi arrivarono a toccare i 262 miliardi di euro: il confronto con l’anno in corso farà registrare una forbice di circa 15 miliardi.

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