Quelli che ci aspettano non sono decisamente tempi facili, almeno stando alle previsioni degli economisti. Nel corso del 2023, infatti, un terzo dei Paesi del mondo avrà indici di crescita in calo, mentre l’inflazione calerà in maniera molto più lenta di quanto inizialmente previsto, attestandosi attorno al 6,5%, ben lontano da quel 2% che era stato dipinto come obiettivo raggiungibile nel corso degli ultimi mesi. Uno scenario tutt’altro che rassicurante, quello delineato dal Fondo Monetario Internazionale e presentato alla Casa Bianca. Con una premessa, non proprio rassicurante: “Le cose potrebbero anche peggiorare”.
Fra i Paesi che pagherà un conto più salato c’è l’Italia di Mario Draghi, che presto cederà il posto a Giorgia Meloni. Secondo le stime il 2022 si chiuderà con segnali positivi, grazie alla ripresa del turismo e della produzione industriale, con una crescita stimata a +3,2%. Il prossimo anno, però, il termometro andrà sotto zero: -0,2%, con una disoccupazione in crescita (attualmente all’8,8%, nel 2023 dovrebbe salire al 9,4%) accompagnata però da un miglioramento dei conti pubblici. Non proprio una bella notizia per le famiglie che si preparano già a fare i conti con un durissimo inverno.
Se è vero che in generale gli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina si faranno sentire un po’ ovunque, balza all’occhio tra le previsioni dell’Fmi quella che riguarda la Russia di Vladimir Putin, coinvolta nel conflitto e vittima delle sanzioni economiche imposte dall’Occidente. Il Pil di Mosca subirà infatti un calo, ma soltanto del 3,4% nel corso del 2022 e del 2,3% nel 2023. Una tenuta decisamente superiore rispetto alle previsioni iniziali.
Mentre per l’Italia (e la Germania) si parla di “recessione” nel corso del 2023, la Russia riuscirà a cavarsela meglio del previsto. A conferma di come la strategia europea, dettata dagli Stati Uniti, potrebbe finire per provocare più danni ai Paesi del Vecchio Continente che a Mosca. Le prime mosse di Giorgia Meloni, che continua a parlare di continuità con il governo Draghi, non sembrano destinate a invertire la rotta.
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