Anche la Lega si è affrettata a saltare sul carro di Mario Draghi, l’uomo protagonista della svendita dell’Italia nella folle stagione delle privatizzazioni diventato ora il salvatore acclamato da tutti, l’uomo giusto per trascinare il Paese fuori dalla crisi. Salvini ha cambiato la sua posizione, col passare dei giorni, da un deciso “no” a un “vedremo” fino a un “sì” convinto. Senza più porre veti né condizioni, come sottolineato anche in queste ore da Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato e tra gli esponenti del partito che andrà a incontrare Draghi nel corso del secondo giro di consultazioni.
Intervistato dall’Huffington Post, Romeo ha chiarito che tra i punti principali in discussione ci sarà “l’organizzazione di un piano vaccini che immunizzi i cittadini in tempi rapidi. Per ora siamo al 3% della popolazione: è chiaro che ci sono problemi, dalle ‘primule’ alla mancanza di medici”. Nessuna richiesta di teste pesanti, però. Sostituire Arcuri, il commissario dei flop infiniti, non è tra le priorità: “Le decisioni le prenderà Draghi. Noi chiediamo che competenza e autorevolezza tornino al potere in ogni ambito”.
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E l’immigrazione, vecchio cavallo di battaglia della Lega? “L’immigrazione è un fenomeno che non va subìto bensì gestito con buon senso e intelligenza come fanno gli altri Stati europei. Rispetto a Leu e Pd la Lega è agli antipodi, ma esiste una posizione che mette d’accordo tutti: l’immigrazione deve essere governata con serietà, all’interno del perimetro dell’Europa sulla tutela dei confini. Non si può lasciare sbarcare chiunque dove e quando vuole”. Poi, l’ennesima sviolinata a Draghi, “personalità molto stimata in Europa. È stato tra i pochissimi ad opporsi all’austerity dura attraverso politiche distributive e a fare, di conseguenza, gli interessi dell’Italia”.
La Lega che attaccava Draghi sostenendolo di aver tradito l’Italia, sostenendo politiche economiche tutt’altro che convenienti per il nostro Paese quando era alla guida della Bce, è così di colpo evaporata. Quella di oggi, parla di “abbassare le tasse” senza però paletti: “Il modo si vedrà”. Come non pone veti su nomi, condizioni, formule. “La conferma di Luciana Lamorgese agli Interni? Deciderà il premier”. Pronta, come Pd e Cinque Stelle, a governare con tutto e tutti. Vecchi nemici e alleati di sempre. Purché a Palazzo Chigi sieda Mario Draghi, l’uomo scelto dall’Europa per noi.
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