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Un futuro senza medici! Dimenticate gli ospedali come li conoscete. “L’incubo sanitario” ha ora un volto

Pubblicato il 08/05/2023 19:34 - Aggiornato il 17/05/2023 11:40

Nei prossimi anni il 18% del lavoro a livello globale potrebbe essere svolto dall’Intelligenza artificiale, ne avevamo già parlato: a rischio sarebbero addirittura 300 milioni di impieghi. Basti pensare a quanto accaduto recentemente alla IBM, che ha deciso di interrompere temporaneamente il reclutamento per posizioni che potrebbero essere sostituite da soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale nei prossimi anni. Così, mentre anche i magnati della Silicon Valley hanno pubblicamente denunciato i rischi connessi a uno sviluppo esagerato dell’AI, e mentre persino Geoffrey Hinton, il “padrino” dell’intelligenza artificiale, ha lasciato Google denunciando “i pericoli di questa tecnologia”, va avanti a tappe forzate il suo sviluppo, anche grazie alle cifre iperboliche (parliamo di miliardi di dollari) stanziate, per fare un nome, da Bill Gates e dalla Microsoft in favore dell’intelligenza artificiale generativa di OpenAI, che ha creato il sistema GPT-4. Ci sono alcuni settori, assai delicati, in cui l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale appare ancora più controverso, anzitutto l’ambito medico. È appena il caso di ricordare che Sam Altman, Ceo proprio della OpenAI di Bill Gates, ha avanzato lo scorso febbraio l’idea di un’intelligenza artificiale in grado di fornire indicazioni mediche alle famiglie che si trovano in condizioni economiche tali da non potersi avvalere dell’assistenza sanitaria, cosa che ovviamente ha sollevato polemiche globali. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ma l’AI sostituirà persino i medici? Al di là di aspetti più pratici ancor prima che etici, dunque legati alla privacy dei dati sanitari o alla eventuale responsabilità giuridica in caso di errore sanitario, l’intelligenza artificiale non può certo sopperire agli aspetti “umani” della professione medica: la relazione medico-paziente, la gestione del dolore, la comprensione dei bisogni e delle preoccupazioni del paziente; così come non può sostituire abilità cognitive e di pensiero critico del medico. L’Intelligenza artificiale, secondo il portale Innovazione di Tiscali, potrebbe diventare un supporto importante per i medici: potrebbe, ad esempio, “analizzare grandi quantità di dati medici”, ma qui emerge il problema della privacy di cui abbiamo accennato prima, o ancora “utilizzare algoritmi di apprendimento automatico per trovare pattern e correlazioni tra i sintomi dei pazienti e le loro condizioni di salute”. Tiscali ha creato un avatar perfettamente identico a un essere umano, che leggeva in un video la notizia riportata. (Continua a leggere dopo la foto)
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Frattanto, come leggiamo su Quotidiano Sanità, considerato il numero crescente di manoscritti che considerano l’uso dell’Intelligenza artificiale in medicina, gli editori del New England Journal of Medicine hanno annunciato il lancio della rivista dedicata NEJM AI, che apparirà per la prima volta nel 2024.

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