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Impianti cerebrali sugli umani. L’incubo è già realtà (VIDEO)

Pubblicato il 26/05/2023 11:28

Collegare il cervello umano a un computer in maniera diretta. Uno scenario che, fin qui, eravamo abituati a considerare verosimile soltanto seduti sulla poltrona del cinema, di fronte a un bel film di fantascienza. E che invece potrebbe presto diventare reale, nonostante i tanti timori avanzati dagli esperti in merito. L’azienda Neuralink ha infatti annunciato di aver ottenuto l’approvazione dalle autorità di regolamentazione statunitensi per testare i suoi impianti cerebrali nelle persone. La start-up di Elon Musk ha affermato che il via libera da parte della Food and Drug Administration (Fda) per il suo primo studio clinico sull’uomo è “un primo passo importante”. Lo scopo, come spiegato dal Sole 24 Ore, è proprio quello di permettere al cervello di interfacciarsi con i computer attraverso dei veri e propri impianti cerebrali sugli umani. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Si tratta di un primo passo importante che consentirà un giorno alla nostra tecnologia di aiutare molte persone” ha spiegato l’azienda californiana sul proprio account Twitter, specificando poi che al momento “le assunzioni per le sperimentazioni cliniche non sono ancora aperte”. Il progetto di Neuralink è quello di realizzare dispositivi connessi da impiantare nel cervello, così da comunicare con un pc grazie al pensiero. (Continua a leggere dopo la foto)
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Gli impianti cerebrali sugli umani sono già realtà

Nelle intenzioni dell’azienda, questo tipo di strumenti potrebbero servire innanzitutto ad aiutare persone affette da gravi patologie che ne ostacolano i movimenti o completamente paralizzate. Negli ultimi mesi, però, tanti esperti hanno sollevato questioni etiche e morali circa l’opportunità di proseguire lungo questa direzione. Elon Musk, in ogni caso, sembra deciso a continuare. (Continua a leggere dopo al foto)

impianti cerebrali sugli umani

Finora gli esperimenti hanno riguardato minuscoli prototipi, delle dimensioni di una moneta, impiantati nella testa degli animali. Secondo l’azienda, in questo modo alcune scimmie sono state in grado di “provare” dei videogiochi e digitare alcune parole su uno schermo.

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