Mentre il mondo continua con entusiasmo il conto alla rovescia verso il giorno in cui il vaccino sarà finalmente a disposizione di tutti, Big Pharma, i colossi del settore farmaceutico internazionale, conta già i soldi, ingentissimi, già entrati nelle casse o in dirittura d’arrivo a breve. Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, è riuscito per esempio nell’impresa di vendere 132.508 azioni del colosso farmaceutico, per un valore di 5,56 milioni di dollari, nello stesso giorno in cui la società annunciava che il suo vaccino contro il Covid-19 si era dimostrato efficace al 90% nel corso della sperimentazione. Una notizia emersa grazie alle comunicazioni obbligatorie sui manager e la cessione di azioni alla Borsa di Wall Street.
Il gruppo ha difeso la decisione sostenendo che la vendita delle azioni fosse stata programmata mesi fa. Ma di sicuro il tempismo non è passato inosservato. Bourla ha venduto, secondo quanto emerso in queste ore 132.508 azioni a 41,94 dollari l’una. Un bottino niente male, che fa il paio con l’incredibile rialzo del titolo della società, che ha chiuso a +7,69% a 39,20 dollari. Il manager, comunque, ha ancora 81.812 azioni Pfizer nel suo portafoglio.
Attraverso le pagine de Il Paragone, avevamo già evidenziato l’imponente corsa all’oro subito scattata tra le varie aziende farmaceutiche. In queste ore, anche al di là dell’Oceano si inizia con guardare con maggior sospetto a quella Pfizer che ha dichiarato in queste ore di non aver mai ricevuto un euro da qualche governo, e che invece secondo il Guardian, come tutte le principali società del settore “dipende fortemente dai contributi pubblici. La stessa scoperta del vaccino non sarebbe stata possibile senza la tecnologia sviluppata dal governo americano”. Ma sopratutto, la Pfizer opera “in un settore di vero e proprio monopolio, dove le grandi compagnie sono lasciate libere di dettare legge e stabilire i prezzi delle medicine che producono in maniera totalmente arbitraria”.
Gli esempi di quanto pericolosa possa essere questa situazione sono tanti. Basti pensare al fatto che “mentre in Africa milioni di persone morivano ancora per un’epidemia di Hiv, i colossi del farmaco ostacolavano i governi impegnati a reperire disperatamente medicine salva-vita a prezzi più economici”. In un momento in cui l’emergenza Covid richiede cooperazione e unità d’intenti, “il modello imposto da Big Pharma si muove in direzione opposta: un sistema chiuso che ragiona nell’ottica del maggior profitto per tutti”. La stessa distribuzione del vaccino darà priorità al miglior offerente, lasciando indietro interi Paesi dove l’agognato traguardo, il raggiungimento dell’immunità di gregge, costerà ancora migliaia di morti. Giusto festeggiare per il vaccino, insomma. Ma è bene, quando si parla del sistema farmaceutico, tenere sempre a mente con chi si ha a che fare.
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