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Vaccino, è partita la corsa all’oro delle aziende farmaceutiche

Pubblicato il 12/11/2020 12:19

Un annuncio accolto con entusiasmo in tutto il mondo, quello dell’imminente arrivo di vari vaccini che promettono grande efficacia nella lotta al Covid-19. L’attesa apparizione della luce alla fine del tunnel, dopo tanti mesi segnati dal contrasto alla pandemia. Ma anche, in maniera un po’ più materiale, una corsa all’oro subito scattata tra le principali cause farmaceutiche mondiali per non perdere il treno giusto. Le quotazioni , non a caso, sono subito schizzate verso l’alto in Borsa, con la biotech statunitense Moderna che, per esempio, ha visto il valore del proprio titolo quadruplicato nel giro di pochi mesi. Le azioni Translate bio, dopo la firma dell’accordo da 400 milioni di dollari con il colosso francese Sanofi, si sono invece impennate di colpo del 50%.

Vaccino, è partita la corsa all'oro delle aziende farmaceutiche

Le aziende farmaceutiche, d’altronde, sono tra le poche insieme ai colossi della tecnologia a poter sorridere in un 2020 che è invece stato disastroso per la maggior parte delle altre categorie produttive. Nonostante in molti abbiano subito predicato alla calma, spiegando come comunque la distribuzione delle cure contro il coronavirus sarà lunga e non potrà fin da subito raggiungere tutti, l’entusiasmo e la politica hanno avuto gli effetti sperati da Big Pharma, il cartello delle principali compagnie farmaceutiche, iniziando a muovere fin da subito cifre imponenti.

Vaccino, è partita la corsa all'oro delle aziende farmaceutiche

L’atteso boom c’è stato, immediato. L’americana Novavax è passata nel corso del 2020 da un valore di 93 milioni di dollari a 6 miliardi, la Regeneron pharmaceuticals ha raddoppiato la propria fetta appena si è saputo che i suoi farmaci avevano curato l’ex presidente americano Donald Trump. L’elenco è lunghissimo: la britannica AstraZeneca, al lavoro su un vaccino insieme ai laboratori dell’università di Oxford, ha visto le proprie azioni crescere del 25% nel solo mese di marzo. La svizzera Roche, che aveva realizzato un farmaco in grado di attenuare gli effetti del coronavirus, è aumentata di valore di 27 miliardi in pochi mesi. Meno esplosiva la crescita dei colossi farmaceutici di dimensioni più grandi, ma qui a pesare sono altre voci: a penalizzare la tedesca Bayer, per esempio, è il settore dei fertilizzanti, il cui utilizzo è crollato durante il lockdown. La divisione farmaceutica, invece, viaggia a gonfie vele.

Vaccino, è partita la corsa all'oro delle aziende farmaceutiche

Il merito del fenomeno è soprattutto dei governi: la voglia di mettere le mani subito su dosi ingenti di vaccino ha spinto tutti, Ue compresa, a mettere mani al portafogli senza farsi domande. Bruxelles ha stanziato 7,5 miliardi, con i singoli Paesi pronti a provvedere autonomamente ad altri acquisti. Gli Usa, come riepiloga il Fatto Quotidiano, stanno riempendo tutti di dollari: 1,2 miliardi ad AstraZeneca, 480 milioni a Moderna, 1,6 a Novavax, quasi 2 a Pfizer e alla tedesca BioNTech che lavorano insieme sul vaccino. Ogni Stato, d’altronde, vede a sua volta margini di guadagno ingenti: basta pensare che ogni trattamento potrebbe avere un costo tra i 30 e i 40 euro, ed ecco che il gioco è presto fatto.

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