Un esercito intero di lavoratori fermi a causa delle restrizioni imposte dal governo per contrastare la diffusione del Covid in Italia. Eppure esclusi dall’elenco delle attività che avranno diritto ai contributi a fondo perduto previsti dai decreti Ristori. Una beffa oltre al danno, enorme, già subito. L’elenco degli italiani che non potranno contare sui soldi promessi dal governo è lungo: musicoterapeuti che organizzavano progetti per i ragazzi disabili nelle scuole, psicomotricisti che lavoravano nelle rsa, archeologi, organizzatori di eventi, designer di interni, counselor, grafici pubblicitari. Tutte categorie che, tra l’altro, in estate erano già rimasti fuori dalla prima tornata di aiuti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Alle pagine del Fatto Quotidiano Emiliana Alessandrucci, presidente del Colap (Coordinamento Libere Associazioni Professionali) ha raccontato la delusione di fronte all’ennesima ingiustizia: “Per noi ci sono stati solo i bonus 600 euro di marzo e aprile e quello di 1000 euro di maggio per i pochi che sono riusciti ad ottenerlo. Intanto però continuiamo a dover pagare tasse e contributi, al netto di qualche rinvio che risolve poco: tra pochi mesi le nostre difficoltà finanziarie non saranno certo risolte. Almeno si azzerino i versamenti all’Inps sostituendoli con contributi figurativi, in modo che il 2020 non risulti poi come anno mancante ai fini della pensione”.
Un universo del quale nessuno continua ad accorgersi, quello dei lavoratori autonomi. Escluso dagli ammortizzatori sociali principali, aiutato in maniera saltuaria e non certo sufficiente eppure tra i più colpiti sul fronte del calo dell’occupazione a causa delle misure anti-coronavirus: secondo l’Istat, a settembre gli indipendenti erano 388 mila in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente: “Le indennità del decreto Agosto sono state riservate ad altre categorie – ha insisto Alessandrucci – noi siamo stati del tutto dimenticati. Il primo contributo a fondo perduto non abbiamo potuto chiederlo. E ora la lista di codici Ateco che hanno diritto al nuovo aiuto lascia fuori tante categorie che stanno subendo azzeramenti o riduzioni drastiche dei fatturati”.
La lista di figure “dimenticate” dal governo è lunga e comprende, per esempio, anche i negozi di fiori, i fornitori dei ristoranti o chi si occupa dell’allestimento delle fiere. E ancora: consulenti informatici e gestionali, archivisti e tecnici del cinema e della televisione impegnati nella post-produzione o negli studi di registrazione, educatori cinofili, grafologi forensi. Tutti fermi a causa delle restrizioni introdotte dall’esecutivo, tutti in attesa che qualcuno si accorga di loro e inizi, finalmente, a dare almeno una parte degli aiuti promessi per chi è costretto a non lavorare.
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