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“Vigile attesa di che, della morte?” La dottoressa distrugge Speranza e Conte. Scoop della Regoli (VIDEO)

Pubblicato il 16/03/2023 09:00 - Aggiornato il 17/03/2023 11:25
Fuori dal coro Raffaella Regoli
La dottoressa Erminia Maria Ferrari

La puntata di “Fuori dal corodel 14 marzo è stata una vera bomba. Oltre allo scoop dei documenti interni di Aifa (fatti vedere al pubblico) con cui hanno taciuto la verità sui vaccini, la trasmissione di Rete4 condotta da Mario Giordano ha mandato in onda un altro servizio choc di Raffaella Regoli dall’emblematico titolo “Le bugie sul covid: quanti morti si potevano evitare?“. La giornalista torna in Vale seriana, lì dove rimbalza l’eco dell’inchiesta della procura di Bergamo. “Qui – dice in apertura di servizio – le oltre 2 mila pagine di intercettazioni tra politici, scienziati e tecnici sono sale su ferite ancora aperte”. Come si può sentire una persona che ha perso una madre? Risponde una delle tante figlie rimaste senza genitori: “Incazzata”. E mentre negli ospedali accadeva l’inferno perché non avevano disposto nulla, nemmeno i posti letto, Regoli fa sentire ora le preoccupazione dell’allora assessore alla Sanità della Lombardia Giulio Gallera: “Dare questa notizia è devastante, chi ha dato la notizia? Vi abbiamo detto allo sfinimento di non dare numeri. Licenzia l’addetta stampa!”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Parole pesantissime che aggravano ancora di più la situazione su chi quell’emergenza la doveva gestire e la stava gestendo. Ma soprattutto si capisce sempre di più e sempre meglio come in tutta questa vicenda – dall’origine del Covid fino ai vaccini – l’imperativo è solo uno: censuare, non dare notizie, nascondere. Il servizio di Raffaella Regoli per “Fuori dal coro” racconta poi la storia di Francesco, facendo vedere uno dei suoi ultimi video dall’ospedale in cui salutava i bambini. A casa non è più tornato. Viene poi mostrato un muro su cui sono affisse le foto di tutti coloro che, proprio come Francesco, sono morti in ospedale. “Noi li chiamiamo lager”, dice la parente di una delle vittime. (Continua a leggere dopo la foto)

“Che effetto ti fa oggi vedere e sentire che si sono scambiati questi messaggi?”, chiede Raffaella Regoli a una figlia rimasta vedova (suo padre è entrato in ospedale per un innalzamento diabetico, non aveva il Covid) mostrandole gli sms che stanno emergendo dall’inchiesta di Bergamo. “Mi fanno ancora più male, mi fa schifo”. E allora eccoli i messaggi, ad esempio quello tra Giuseppe Ruocco, membro del Cts istituito da Conte e Speranza, e una sua collaboratrice: “Sta succedendo di tutto. Pareri difformi da Conte e ministro, ripensamenti, la guerra mondiale”. Racconta ancora una figlia rimasta orfana nel servizio: “Ha preso il Covid in ospedale, dove lo hanno legato al letto perché dicevano che si agitava. In 10 giorni è morto. Da solo. ‘Lo accompagniamo dolcemente’, mi hanno detto. Per me si chiama omicidio”. Parole durissime a “Fuori dal coro”. (Continua a leggere dopo il video)

Parla la dottoressa che si rifiutò di seguire i protocolli

Poi Raffaella Regoli manda in onda nel servizio per “Fuori dal coro” un altro scambio di messaggi. Ora a parlare è Sandra Zampa, sottosegretaria al ministero della Salute guidato da Speranza: “Penso che da Ruocco in giù i nostri non sono stati all’altezza. Non ne farò parola con nessuno, ma voglio che tu sappia che non ho più nessuna fiducia in questa gente”. È così che si è arrivati al protocollo di “paracetamolo e vigile attesa”? La Regoli va a trovare la dottoressa Erminia Maria Ferrari nel suo studio. Lei è stata una delle prime a ignorare quel protocollo che ha generato una vera strage, insieme alla catena di decisioni sbagliate ora al vaglio dei magistrati. Dice la dottoressa Ferrari: “Io ancora oggi non me lo spiego. È una cosa senza senso. Quando mai abbiamo curato le polmoniti con il paracetamolo? E poi la vigile attesa di cosa? Della morte?”. Più chiaro di così.

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