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Auto elettrica, ecco quali aziende l’abbandonano e perché: “È la fine della rivoluzione green”

Pubblicato il 10/12/2023 18:21

Avevano puntato tutto sull’elettrico, ma evidentemente si sono ricreduti e ora studiano una exit strategy, che non può prescindere dalla rimodulazione degli investimenti, ingenti, che erano destinati al settore green. Abbiamo già scritto delle enormi riserve del boss della Toyota, così come della decisione di Volkswagen di abbandonare la produzione di alcuni modelli a zero emissioni. Altre case automobilistiche si stanno seriamente interrogando sul futuro di questo tipo di mobilità e così bruschi rallentamenti o veri e propri stop alla produzione stanno interessando anche altri marchi, dalla Ford a General Motors. A sua volta, la BMW ha annunciato che investirà su una nuova famiglia di propulsori endotermici, sia a benzina sia a gasolio. La follia dell’Unione europea che ha previsto il passaggio al full electric dal 2035 e la contestuale eliminazione della produzione e della vendita di auto a motore, a questo punto, pare davvero irrealizzabile. (Continua a leggere dopo la foto)
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flop green dietrofront auto elettrica

Il caso Volkswagen

Soprattutto il caso di Volkswagen è emblematico e assurge a paradigma di una riacquistata coscienza dei rischi, che superano ampiamente i benefici. Tra i grandi produttori di automobili, il gruppo tedesco (proprietario anche dei marchi Audi, SEAT, Cupra, Škoda Auto, Bentley, Bugatti, Lamborghini e Porsche, Ducati e Scania) era quello che maggiormente aveva investito nel full electric: l’idea era di dedicarvi ben il 70% della produzione. Ora, non solo interrompe la produzione di veicoli quali Cupra Born e Volkswagen ID.3, ma comunica l’inevitabile sforbiciata alla sua forza lavoro. “La situazione è critica – nelle parole di Thomas Schäfer, amministratore delegato di Volkswagen – Non si può andare avanti senza tagli significativi. Dobbiamo affrontare le questioni critiche, compreso il personale”. Si preannuncia un’aspra battaglia sindacale. (Continua a leggere dopo la foto)
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flop green dietrofront auto elettrica

I rischi dell’elettrico

Tra le altre industrie dell’auto che abbiamo citato, General Motors ha procrastinato di un anno la produzione di tre veicoli sostenibili e cancellato una collaborazione da 5 miliardi con Honda per sviluppare auto a zero emissioni a basso costo. Ford, a sua volta, come leggiamo sul Corriere della sera, ha rinviato il suo piano da 12 miliardi per implementare la capacità produttiva green. Il problema è il calo della domanda, ed è ampiamente comprensibile: sono oramai noti i pericoli, dal rischio dell’autocombustione delle batterie al litio di auto e persino biciclette, alla vita propria che talvolta sembrano avere,  intrappolando le persone all’interno, anche in movimento. (Continua a leggere dopo la foto)

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Calo della domanda

Se, invece, guardiamo al fattore puramente economico, di certo i prezzi delle vetture green, gravati dal rincaro delle materie prime, dei prodotti energetici e del litio non aiuta: non sono alla portata di tutti, in definitiva, specie in una fase recessiva dominata dall’inflazione. I rialzi dei tassi d’interesse, sia da parte della Banca centrale europea,che da parte della Fed, hanno fatto il resto, giacché nella scelta di una auto da acquistare, per lo più, si guarda anche alle relative rate da versare. Analogo discorso interessa gli incentivi statali, al punto che, quando il governo tedesco li ha eliminati, la domanda e dunque la produzione dell’auto green hanno subito un drastico tracollo.

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