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Il flop dell’auto elettrica. Ormai è ufficiale. Ecco cosa sta accadendo alla Volkswagen: “Game over”

Pubblicato il 22/10/2023 17:51

I veicoli elettrici sono stati oggetto di più di un articolo da parte nostra, per le arcinote criticità, dal rischio dell’autocombustione delle batterie al litio di auto e persino biciclette, alla vita propria che talvolta sembrano avere, intrappolando le persone all’interno, anche in movimento. La rivoluzione green dell’Unione europea, la follia che prevede il passaggio al full electric dal 2035 e la contestuale eliminazione della produzione e della vendita di auto a motore termico, ovvero a benzina e gasolio, potrebbe – auspicabilmente – rivelarsi un vero flop. Anzitutto, che l’elettrico inquini meno è una asserzione assai opinabile, ma forse non è neppure questo il punto. Ad ogni modo, Volkswagen, il colosso tedesco tra i principali gruppi automobilistici al mondo (proprietario anche dei marchi Audi, SEAT, Cupra, Škoda Auto, Bentley, Bugatti, Lamborghini e Porsche, Ducati e Scania) ha detto addio alla produzione di auto elettriche. In deroga alla sbandierata transizione energetica, lo stop interesserà la produzione di alcuni modelli a zero emissioni, quali Cupra Born e Volkswagen ID.3. (Continua a leggere dopo la foto)
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Volkswagen stop auto elettriche

I motivi dello stop

Si tratta di una decisione a suo modo storica, se teniamo conto che la produzione di Volkswagen rappresenta il 70% del settore elettrico, di conseguenza c’è il rischio che il mercato europeo subisca un pesante rallentamento, a discapito della rivoluzione green. I motivi addotti dalla casa automobilistica con sede a Wolfsburg riguardano i costi alti, tanto per il produttore quanto per l’acquirente (dai 25mila euro in su), la mancanza di colonnine per la ricarica, il calo drastico delle vendite per via della riduzione corposa degli incentivi, dallo scorso mese di settembre. Non viene menzionato ma è lecito supporre che il rischio intrinseco a tali veicoli, che è oramai evidente, abbia rivestito un peso importante nella disaffezione verso i veicoli sostenibili. Una moda passeggera, dunque? A dire il vero, lo speriamo. Il fardello dell’intera vicenda, però, pesa tutto sui lavoratori di Volkswagen, a causa della chiusura dello stabilimento nella città tedesca orientale di Zwickau. Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Der Spiegel, il produttore automobilistico tedesco sta permettendo che, entro la fine di ottobre, scadano i contratti a termine di 269 dipendenti. E già si sa che i contratti non saranno rinnovati. Attualmente, più di 2.000 persone lavorano nello stabilimento con contratti a termine, su un totale di circa 10.700 dipendenti. Sicché sussiste la fondata preoccupazione che altri dipendenti precari possano essere soggetti a tagli. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il dietrofront

Nel 2018, come ricorda Il Giornale d’Italia, l’azienda aveva annunciato un investimento di 1,2 miliardi di euro per convertire lo stabilimento alla produzione di veicoli elettrici, mantenendo comunque stabile la forza lavoro, nonostante questi mezzi richiedano meno manodopera rispetto alle auto a motore a combustione. Appena due anni fa, inoltre, l’annuncio del Ceo del marchio, Ralf Brandstatter, che Volkswagen avrebbe messo su strada il 70% di vetture elettriche.

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