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“Lasciate in pace nostro padre”. Berlinguer, l’ira dei figli. Terremoto a sinistra: con chi se la prendono

Pubblicato il 12/06/2023 10:30
figli Berlinguer contro Sansonetti

È una vera e propria rivolta quelli dei figli di Enrico Berlinguer, lo storico segretario del Partito Comunista Italiano. E oltre a essere una rivolta è anche uno schiaffo e un’umiliazione non di poco conto nei confronti di chi continua a tirare per la giacchetta il loro padre. Al centro dello sfogo della famiglia c’è la storica foto di Berlinguer alla manifestazione del 1984 contro i tagli alla scala mobile. Allora la pubblicò L’Unità. Bianca (conduttrice di Cartabianca su Rai3), Maria, Marco e Laura, in una lettera a La Repubblica hanno attaccato proprio la nuova Unità per aver ripubblicato quella foto: “L’abbiamo rivista in questi giorni, utilizzata come spot pubblicitario, per promuovere l’uscita in edicola di un nuovo quotidiano che ha assunto un vecchio nome, L’Unità, diretto ora da Piero Sansonetti“. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Grande è stato il nostro sconcerto e, ancor più, la nostra amarezza”, hanno scritto i quattro figli di Berlinguer attaccando Sansonetti per questa scelta. “Da quella prima pagina sono passati, così come dalla morte di nostro padre, quasi quarant’anni e, nel frattempo, il mondo è totalmente cambiato – affermano ancora – Da allora L’Unità ha avuto numerosi direttori fino a concludere definitivamente la sua storia ormai 6 anni fa. Quello che torna oggi nelle edicole è un quotidiano interamente nuovo che dell’antico e glorioso giornale conserva solo il nome. Ma della storia precedente, nulla rimane: e nemmeno uno di quei redattori che hanno tenuto in vita il giornale fino al 2017″. (Continua a leggere dopo la foto)
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I figli di Berlinguer contro Sansonetti e la foto de L’Unità

Concludono la lettera di attacco a Sansonetti e a L’Unità i quattro figli di Berlinguer: “E solo perché quando è stato messo all’asta un imprenditore più rapido di altri è riuscito ad acquisirne la proprietà. Certo la memoria storica appartiene a tutti e per noi è motivo di gioia sapere che la vita e l’attività di nostro padre vengano sentite e vissute da quanti gli vogliono ancora bene, ciascuno secondo la propria soggettività, ma altra cosa è trasformare il suo ricordo in un brand pubblicitario. Per favore, lasciatelo in pace“.

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