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“Ora basta, dovete ratificarlo”. L’Europa mette Meloni con le spalle al muro

Pubblicato il 15/03/2023 12:51 - Aggiornato il 16/03/2023 08:46
Mes Europa Italia

Parafrasando i Rokes, potremmo dire “eccolo di nuovo”. Il Mes, puntale, torna a riempire le pagine dei nostri giornali e i pensieri dei nostri governi. L’Europa fa pressing su Giorgia Meloni, col favore delle altre cancellerie europee, per ratificarlo. “Dovete farlo”, è questo ormai l’ordine perentorio. Messe da parte diplomazia e buone maniere, Bruxelles non usa più mezzi termini e mette il governo con le spalle al muro. Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, il 12 marzo ha di nuovo chiesto pubblicamente al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di “rispettare gli impegni presi” e di ratificare il nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità. Che altro non è che l’ennesimo cappio che l’Europa mette al collo dell’Italia. Il trattato, usando le parole dello stesso Donohoe, “permetterà di approfondire l’Unione bancaria e rafforzare la capacità dell’Ue di fronteggiare situazioni di dissesto che dovessero verificarsi in futuro”. Marameo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ma per rendersi bene conto che è l’intero Sistema a premere sull’Italia, basta andare a leggere le altre sollecitazioni arrivate a Roma. Non solo Donohoe, ma anche il direttore esecutivo del Mes, ovviamente. Il lussemburghese Pierre Gramegna ha tuonato in nome dell’Europa: “Ci adopereremo al massimo per fornire tutti gli argomenti necessari al governo italiano per procedere con la ratifica“. L’Italia ha tenuto duro fino ad ora, essendo ad oggi fieramente l’unico paese dell’Eurozona a non aver ratificato il nuovo trattato. Il nostro No è fondamentale per impedirne l’entrata in vigore. Ed è proprio per questo che l’Europa sta perdendo la pazienza. Ha necessità di mettere questo cappio. E la Meloni sta per cedere. (Continua a leggere dopo la foto)

La premier Giorgia Meloni aveva promesso che finché lei conterà qualcosa “l’Italia non accederà al Mes“. E purtroppo mi sa che non conta molto, visto l’andazzo. Segno evidente del fatto che sta per cedere alle pressioni è che è passata da un secco No alla richiesta di un’ulteriore modifica. Spiegava qualche tempo fa su Il Tempo Gianluigi Paragone: “Il Mes non va fatto entrare nella sala macchine: già abbiamo visto cosa combinano i dirigenti del Tesoro che si sentono dei papi, figuriamoci cosa farebbe l’apparato del Mes che gode della totale immunità e impunità. In poche parole, i Signori del Mes sono intoccabili! Il Mes non va ratificato: lo dicevo in tv, dagli scranni del Senato e continuerò a ribadirlo finché avrò voce e spazio”. Insomma, l’ennesi,a trappola dell’Europa. (Continua a leggere dopo la foto)

Paragone: “Infilano i ribelli nella gabbia del Mes per governarli dall’alto”

Senza il Mes, l’Europa non avrebbe altri strumenti per aiutare uno Stato dell’eurozona che – dopo le crisi degli ultimi anni – fosse bisognoso di ossigeno finanziario? O il Mes o la Bce non ha altre leve da azionare? Suvvia… Attacca ancora Paragone: “Occorre infilare i ribelli nella gabbia del Mes e governarli dall’alto da superburocrati educati alla grammatica neoliberista. Tassi vantaggiosissimi? Ti attirano con forzieri omaggio da spendere e poi, una volta nel meccanismo, sono loro a dettare le regole. Si tratta degli stessi signori che ci avevano raccontato che l‘Euro fosse necessario perché così avremmo avuto tassi di interesse bassissimi e l’inflazione sotto controllo. Ecco, s’è visto. Se poi aggiungiamo che con l’Unione e la sua moneta, avevano promesso pure la pace, l’energia e la crescita, mi sembra che il premio Pinocchietto d’oro non ha rivali”. Chi ha interesse a che l’Italia sia messa sotto protettorato con il Mes? Gli italiani no. Chi, dunque?

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