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“Le case Green bloccano i mutui”. Così la direttiva Ue diventa una trappola per gli italiani (e i grandi fondi ringraziano)

Pubblicato il 11/04/2023 09:09 - Aggiornato il 13/05/2023 12:45

Una norma ispirata da principi sulla carta nobili, nobilissimi. Ma che rischia di trasformarsi in una trappola, come spesso accade quando a muoversi sono le eminenze grigie dell’Unione Europea. Penata per abbattere le emissioni di CO2 degli edifici residenziali, la direttiva sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio, nota anche come “direttiva sulle case Green“, sta facendo discutere tantissimo in questi giorni. Perché se da un lato è sacrosanto combattere l’inquinamento dell’atmosfera, dall’altro è il percorso che Bruxelles ha deciso di imporre agli Stati membri a preoccupare: entro il 2050 nemmeno un grammo di anidride carbonica dovrà più essere trasferito dagli appartamenti all’esterno, con gli edifici che dovranno raggiungere la casse “F” entro il 2030 e la “E” dal 2033. Pressoché impossibile, nel nostro Paese. (Continua a leggere dopo la foto)
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case green mutui

Come spiegato dal Messaggero, infatti, in Italia dovrebbero essere ristrutturati oltre 8 milioni di immobili per centrare l’obiettivo fissato dall’Ue, circa il 60% dell’intero patrimonio abitativo. La domanda è semplice: a chi toccherà mettere mano al portafogli? Ovvio che non tutti i proprietari di casa possono permettersi spese così ingenti. Logico pensare, allora, che sarà lo Stato a pagare. Ma il semplice sforzo per il Superbonus, costato già oltre 70 miliardi di euro, ha rischiato di mandare all’aria i conti pubblici. Difficile immaginare altri interventi così generosi in tempi brevi, insomma. (Continua a leggere dopo la foto)
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Qualcuno ha proposto che siano le banche a dare una risposta. Prontissima la replica del direttore generale Abi (Associazione bancaria italiana) Giovanni Sabatini in audizione alla Camera: “Anche le banche potrebbero avere difficoltà a erogare finanziamenti ipotecari a soggetti con più basso merito creditizio, posto che il processo di finanziamento deve basarsi necessariamente su una solida valutazione del merito del credito”. Anche perché un passaggio della direttiva, scambiato da alcuni analisti per vero e proprio errore, preoccupa e non poco. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il provvedimento chiede infatti alle banche di “migliorare le prestazioni energetiche degli immobili posti a garanzia dei propri portafogli mutui”. Gli istituti dovrebbero quindi migliorare l’efficienza energetica di immobili di cui non sono proprietarie, o imporre ai proprietari i lavori necessari. Impossibile a dir poco. Ma l’Ue non sembra accorgersene e le conseguenze potrebbero essere devastanti: “Se la norma non sarà modificata – ha sottolineato Sabatini – le banche sarebbero necessariamente obbligate a orientare le proprie scelte di finanziamento verso immobili che hanno migliori performance energetiche, riducendo le possibilità di accesso al credito per l’acquisto e la riqualificazione degli immobili di minore qualità”.

Le banche non potrebbero quindi concedere mutui per acquistare gli edifici che non rispettano i requisiti della direttiva, che finirebbero probabilmente per essere comprati a prezzi molto ridotti da grandi fondi di investimento. Una svalutazione tremenda delle proprietà degli italiani, ipotesi terribile ma purtroppo non così inverosimile, visto che non sarà possibile ristrutturare tutti i palazzi: gli immobili sui quali intervenire sarebbero infatti oltre 2 milioni, decisamente troppi. E così la rivoluzione Green potrebbe trasformarsi in un assalto alla casa (e ai risparmi) degli italiani.

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