Dopo le integrazioni in vigore da quest’anno, poiché introdotte dalla legge di Bilancio 2023, il portale dell’Inps ha comunicato importanti aggiornamenti sull’Assegno unico universale, che ha assorbito la gran parte delle detrazioni precedenti previste per i genitori con figli a carico, o per coloro che abbiano un reddito basso per i parametri Isee; uno strumento operativo dal marzo 2022 ma ancora molto poco conosciuto, una goccia nel mare magno della burocrazia italiana. Ecco, dunque, che sul sito dell’Istituto di previdenza ha fatto la sua comparsa il simulatore aggiornato, ovvero con gli importi maggiorati a seguito della ultima manovra finanziaria. La condizione di carico fiscale vale anche per i figli maggiorenni al ricorrere di determinate condizioni: non dipende dalla convivenza, ma dal reddito prodotto dal figlio, che non può superare i 2.840,51 euro all’anno; importo che aumenta a 4.000 euro per i figli di età superiore ai 24 anni, oltre il quale il figlio non è più considerato a carico. La detrazione per figli a carico si calcola tramite una formula, ovvero per stimare l’importo dell’assegno unico occorre inserire le seguenti informazioni: composizione nucleo familiare: numero di figli, età anagrafica e stato di disabilità (come da tabella DSU, Quadro FC7 “disabilità e non autosufficienza”); importo presunto Isee: valore del proprio Isee in corso di validità per l’annualità 2023, per i minori di 18 anni rileva l’indicatore minorenne anche corrente, e per i figli maggiorenni l’Isee ordinario anche corrente. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ad esempio, secondo una prima simulazione effettuata da Il Sole 24 Ore, a una famiglia con quattro figli di cui uno con meno di un anno, uno con due anni e altri due con più di tre anni e Isee di 30mila euro, secondo il simulatore, che funziona su informazioni completamente autodichiarate, spetta un assegno di 856,40 euro mensile.Tornando alla modalità di fruizione del simulatore dell’Inps, il suo utilizzo appare agevole: anzitutto perché per l’accesso non è necessario lo Spid o la carta di identità elettronica, il cui uso è, invece, obbligatorio per inoltrare la richiesta. Gli incrementi, per via della legge di Bilancio 2023, nell’ordine del 50%, sono riassunti ancora da Il Sole 24 Ore e riguardano: l’importo ordinariamente spettante, per il primo anno di vita dei figli; l’importo ordinariamente spettante per famiglie, con Isee fino a 43.240 euro, con almeno tre figli, per ciascun figlio in età compresa tra uno e tre anni; la maggiorazione forfettaria per nuclei con almeno quattro figli. (Continua a leggere dopo la foto)
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Occorre precisare che tali aumenti sono indipendenti da quelli determinati dall’indicizzazione della prestazione stessa all’inflazione che, a partire dallo scorso gennaio, ha comportato un ritocco dell’8,1%: un incremento, ad esempio, del valore minimo da 50 a 54,1 euro mensili per ogni figlio. Infine, l’Inps ha anche introdotto l’opzione relativa alla domanda di subentro nella procedura per la richiesta della prestazione, che può essere utilizzata in caso di decesso del genitore richiedente o di entrambi. In queste ipotesi, si può presentare una nuova domanda come genitore affidatario, tutore del figlio o figlio maggiorenne, inserendo i dati del ragazzo.
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