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“Ma quale successo dell’Europa…”. Caracciolo asfalta Severgnini e dà una lezione agli euroinomani

Pubblicato il 01/06/2022 12:42 - Aggiornato il 03/08/2022 14:02

Nel tennis si direbbe: game, set, match. Ed è quello che ha realizzato Lucio Caracciolo, direttore di Limes ed esperto di geopolitica, contro Beppe Severgnini durante l’ultima puntata di “Otto e mezzo”, il programma di approfondimento politico condotto da Lilli Gruber su La7. Severgnini, parlando della guerra in corso in Ucraina, ha definito “un sorprendente successo” l’accordo raggiunto in Europa sull’embargo del petrolio che arriva dalla Russia. La considerazione dell’editorialista del Corriere della Sera, è girata da Lilli Gruber a Caracciolo, il quale, però, non la pensa proprio così. Come molti, del resto… Anzi, il direttore di Limes la vede in maniera diametralmente opposta. (Continua a leggere dopo la foto)

E spiega: “È un successo, sì… ma di Orban. Vladimir Putin certamente non è preoccupato da queste sanzioni. I tubi passano per l’Ungheria, ha le sue raffinerie, ha il prezzo scontato e ci guadagna di più. Non è un embargo sul petrolio, ma sulle petroliere, una cosa che non sta in piedi, perché sappiamo bene che quello del mare è un ambiente anarchico, non sappiamo niente di quello che c’è nelle navi. Le navi cariche di petrolio Putin le può mandare in un paese, le vende ad un certo prezzo e poi quel paese le rivende a degli altri paesi, con delle triangolazioni, che sono il mezzo più usato nel mondo per superare le sanzioni”. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega ancora Caracciolo dando una sonora lezione: “Lo fanno allegramente molti paesi europei. Non mi pare che questo embargo sia nulla che possa scalfire seriamente la posizione di Putin. Dico che purtroppo Orban è stato molto abile”. Severgnini non ci sta e prova a difendere la sua posizione: “Non ci sono solo sanzioni sul petrolio, ma anche l’esclusione di grandi banche russe dal sistema Swift. C’è la misura contro i dirigenti della Chiesa Ortodossa. Mi fido della competenza di Lucio e adesso sono preoccupato anche io, ma non è facile mettere d’accordo 27 leader, non penso che siano impazziti tutti e 27 quando hanno deciso di bloccare le petrolifere per rallentare la guerra in Ucraina di Putin”. Un tentativo di salvataggio andato a male, Caracciolo ha spiegato perfettamente come stanno le cose.

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