È all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di stasera, e dovrà solo essere approvato, ma già la bozza del Decreto Sicurezza sta delineando una stretta verso le Ong del mare, tra le aspre critiche delle opposizioni e degli immigrazionisti a oltranza. La discussione infatti, riguarda la sola approvazione del primo pacchetto, quello su migranti e Ong, misure che saranno contenute in un nuovo Codice sugli sbarchi. Tra una settimana saranno votati gli altri interventi. Addirittura con un certo anticipo rispetto alla votazione odierna, come avevamo scritto nei giorni scorsi, talune Ong lamentavano le misure stringenti contro l’immigrazione clandestina. Non si può negare, tuttavia, che la tutela dei propri confini è compito precipuo di ogni governo. Così dovrebbe essere. Il Decreto legge con disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori e la semplificazione procedimentale in materia di immigrazione va nella direzione nuovo codice, come anticipato, per le organizzazioni impegnate nella ricerca e nel soccorso in mare: consentiti solo salvataggi lampo, senza trasbordi tra imbarcazioni. Le eventuali sanzioni sono previste tanto per il comandante della nave quanto per l’armatore.
Sono altresì previste norme semplificate per la richiesta di asilo e di permesso di soggiorno – esclusivamente per chi dimostrerà di aver i requisiti. Obiettivo del nuovo regolamento è impedire che le navi delle organizzazioni umanitarie che effettuano operazioni di soccorso raccolgano altri migranti durante il viaggio dalle coste africane all’Italia. Per farlo, è dunque previsto che le navi delle Ong, per ogni missione, possano effettuare soltanto un’operazione di salvataggio. Ma andiamo con ordine, dettagliando le misure sul soccorso, sui requisiti e sulle eventuali sanzioni. (Continua a leggere dopo la foto)
Anzitutto, le operazioni di soccorso devono essere “immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si svolge l’evento e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità”, è scritto nella bozza del Decreto. Ora, i requisiti che debbono osservare queste imbarcazioni. Sono ben sette, e li riprendiamo dal Corriere della sera: i primi sono i requisiti di “idoneità tecnico-nautica” alla sicurezza della navigazione; poi, debbono essere avviate tempestivamente “iniziative volte ad acquisire le intenzioni di richiedere la protezione internazionale”; inoltre, altro requisito è l’aver richiesto all’Autorità SAR competente, nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco; quest’ultimo deve essere raggiunto “senza ritardo”; alle autorità italiane vanno forniti tutti gli elementi “relativi alla ricostruzione dettagliata delle fasi dell’operazione di soccorso effettuata”; ancora, le modalità di soccorso non devono “aggravare situazioni di pericolo a bordo né impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco”; infine, “nel caso di operazioni di soccorso plurime”, le operazioni successive alla prima devono essere effettuate in conformità agli obblighi di notifica.
Passiamo adesso alle sanzioni, previste per la mancata ottemperanza di questi requisiti fondamentali. Nella bozza che sarà portata in Consiglio dei ministri è prevista una gradualità delle sanzioni stesse: la prima volta in cui viene violato il codice la Ong subirà una sospensione di venti giorni. La seconda volta il periodo di blocco arriverà a sessanta giorni. Alla terza volta scatterà invece la confisca della nave. Non ci saranno conseguenze penali, ma l’armatore o comunque l’ente che possiede i mezzi rischia una multa da 10 mila a 50 mila euro. La competenza per questo tipo di sanzioni è stata affidata ai prefetti che dunque saranno i destinatari delle eventuali contestazioni. (Continua a leggere dopo la foto)
Contro il fermo amministrativo della nave “è ammesso ricorso, entro sessanta giorni dalla notificazione del verbale di contestazione, al Prefetto che provvede nei successivi venti giorni”. Concludendo, per contrastare gli ingressi clandestini, sono state previste semplificazioni per gli stranieri che richiedono il nulla osta alla firma di un contratto di lavoro subordinato, che sia valido soltanto per chi dimostra di avere diritto all’asilo. Mentre “corsie preferenziali” per gli arrivi saranno previste per quegli Stati che firmeranno accordi per i rimpatri.
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