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“Costretti a fermare le navi” per colpa di Meloni. Per le Ong l’Italia è l’unico Paese affacciato sul Mediterraeno. Ecco le assurde lamentele

Pubblicato il 21/12/2022 22:09

Prosegue inesorabile la stretta del governo Meloni sulle Ong che operano nel Mar Mediterraneo. Che ora rilasciano dichiarazioni piccate. Appena tre giorni fa è stato annunciato il decreto, che verrà varato dopo la sosta natalizia, che imporrà salvataggi lampo e sbarchi immediati e, soprattutto, costringerà il Paese di bandiera delle navi a farsi carico dei migranti. Ora, apprendiamo da il Giornale, le Ong lamentano “un attacco frontale e violento”, rischiando un autogoal non da poco: pare implicito, dunque, che più che le ragioni umanitarie fossero impeti ideologici a orientare la loro decantata umanità proprio ed esclusivamente verso l’Italia. Per la precisione, è stato il sito Internet spagnolo Noticias de Gipuzkoa ad accogliere lo sfogo, poi rilanciato dall’agenzia EFE, di Íñigo Mijangos, presidente della Ong Salvamento Marítimo Humanitario, la cui nave Aita Mari perlustra le rotte delle migrazioni. In merito all’annunciato decreto, egli parla di “minacce”, addirittura, nonché di sanzioni “insostenibili”. Gli fa eco il comandante della Aita Mari, Simòn Vidal, per il quale l’Italia avrebbe “dichiarato guerra” alle Ong. Dinanzi alle multe e alle sanzioni “insostenibili” previste dal governo italiano, Mijangos lamenta che potrebbero vedersi costretti a fermare le navi. Evidentemente, per costoro, l’Italia è l’unico Paese europeo ad affacciarsi sul Mediterraneo.

Ecco che, dunque, a nostro avviso, emerge tutta l’ipocrisia, malcelata e ben nutrita, di azioni che di umanitario hanno solo la facciata e la reputazione. Ora, il presidente di Salvamento Marítimo Humanitario richiede, non capiamo bene a chi, o in nome di cosa, “sostegno politico ed economico”. La politica spagnola sulle migrazioni è molto più restrittiva della nostra, ma questo pare non interessarlo.

Il nuovo decreto, oltre a vietare i recuperi multipli ed i trasbordi, obbligherà le Ong a chiedere immediatamente ai migranti saliti a bordo se intendano fare domanda di protezione internazionale. L’obiettivo, dunque, è costringere il Paese di bandiera della nave a farsi carico dell’accoglimento dell’aspirante profugo dopo lo sbarco.

Sempre in accordo con le testate iberiche, la prossima missione della nave Aita Mari dovrebbe iniziare a fine gennaio, come segnala la radio Cadena Ser.

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