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“Miserabili, nullità politiche, anime morte”. Il feroce necrologio del Pd viene da uno dei suoi leader (il VIDEO)

Pubblicato il 21/12/2022 21:03 - Aggiornato il 21/12/2022 21:04

“Miserabili”. Non usa mezzi termini, come sempre, Vincenzo De Luca. Sollecitato dai giornalisti in merito allo scandalo Qatargate, a margine di una presentazione di nuovi treni a Napoli, il presidente della Regione Campania è stato piuttosto duro con il suo partito. Non è la prima volta, e infatti l’attacco non è riferito esclusivamente alle vicende di Panzeri e soci, di cui comunque dice che si tratti di “cose che indignano, vergognose”: dunque, al di là dell’indignazione per la corruzione, il problema è più ampio. Il vero problema è che “il partito è stato nelle mani per quindici anni di un gruppo dirigente di miserabili“. Insomma, si ingrossano le fila di chi, da sinistra, recita il De profundis per l’ex grande contenitore della sinistra italiana, oramai in parabola calante, un po’ tutto e un po’ niente. Il Partito democratico, insomma, sempre nelle parole del governatore campano, è sul piano politico costituito “al 99% di presuntuosi e all’1% di nullità politiche“, ma aggiunge, benevolo, “salvo qualche rara eccezione”. Più di tanti commenti, basta ancora citare alla lettera il De Luca-pensiero: “Indigna che chi ha governato il partito continua a dare le carte, a fare interviste, a assumere incarichi, pur essendo totalmente al di fuori della società italiana”, e poi la sentenza che non ammette repliche: sono “anime morte, seppelliamole“. (Continua a leggere il video)

E il congresso che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, restituire nuova linfa al Pd? “Mi auguro – dice Vincenzo De Luca – che dal congresso possa arrivare un rinnovamento del Pd, ma è un’impresa quasi impossibile. C’è da augurarsi per l’equilibrio della vita politica italiana che ci possa essere un rinnovamento radicale e totale di tutta la classe dirigente, un’impresa al limite”.

Fedele al suo personaggio, quasi più Crozza che De Luca, il politico salernitano è davvero un fiume in piena. Sempre davanti ai microfoni e ai taccuini dei cronisti, le bordate finali: “l’unica possibilità di creare una vitalità di democrazia italiana e una forza progressista che garantisca dialettica politica seria nel Paese” sottintende una precondizione, ovvero mettere da parte tutti quelli che in quindici anni sono stati in organismi dirigenti del Pd e nei governi nazionali. “Tutti, nessuno escluso“, ribadisce veemente. (Continua a leggere dopo la foto)

Cosa aggiungere? Ha detto tutto Vincenzo De Luca. E se il Pd lasciasse perdere il derby tutto emiliano per la segreteria? La sinistra riparta da De Luca.

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