Un Giuseppe Conte irascibile quello visto al Forum in Masseria. Durante l’intervista in pubblico con Bruno Vespa ci sono stati dei momenti di tensione. L’ex premier pandemico stava parlando del conflitto in Ucraina: “Il rischio è di un conflitto nucleare. Il tema è questo da porre al tavolo dei nostri alleati. Questa strategia dove ci sta portando? Ci potete garantire che non avremo un escalation dopo tutte queste forniture di armi? Ci garantite un ombrello antiatomico di copertura? Stiamo entrando noi in guerra. Non sarebbe stato più saggio sedersi a un tavolo di negoziato, che non significa arrendersi, coinvolgendo la Cina e la Santa Sede. Io ho sentito dire che il Papa deve stare a casa sua. Lei ha sentito che Putin non vuole mediare?”, prosegue Conte rivolgendosi a Vespa. E da lì il battibecco. (Continua a leggere dopo la foto)
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Bruno Vespa infatti replica: “Per lei è irrilevante che un Paese sovrano venga invaso?”. A quel punto Giuseppe Conte ha attaccato il conduttore di Porta a Porta: “Mi vuole dare del filo-putinano? Così mi offende e offende un intero Movimento”. Dopo essere stato incalzato a più riprese sulla sua contrarietà all’invio di armi all’Ucraina, l’ex premier ha addirittura chiesto l’aiuto del pubblico: “Dovete applaudire più forte e farvi sentire”. E ha rincarato la dose: “Con questa domanda mi offende, perché allora torniamo al filo-putiniano? Così offende la posizione politica, strategica geopolitica di un intero Movimento che da subito ha capito per primo quello che sta accadendo. Purtroppo noi stiamo andando incontro a una guerra a oltranza”. (Continua a leggere dopo il video)
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Bruno Vespa incalza, Giuseppe Conte contrattacca
“Lei al posto di Zelensky si siederebbe a un tavolo di trattative con 4 aree del paese occupate?”, chiede allora Bruno Vespa. “Zelensky è lì e si sta difendendo, rimane in tuta mimetica e sicuramente sta diventando un eroe per il suo Paese”, ribatte Giuseppe Conte – ma grazie alle nostre forniture. Zelensky non può decidere lui a quali condizioni c’è il tavolo negoziale. Tutti noi lavoriamo per sostenere la sua sovranità territoriale. Sembra che ormai dobbiamo rinunciare al welfare per sostenere le forniture militari”.
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