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“Da premier non lo avrei fatto”. Berlusconi all’attacco del governo: cosa sta succedendo nella maggioranza

Pubblicato il 13/02/2023 08:32 - Aggiornato il 13/02/2023 08:37
Berlusconi Zelenky vertici Rai
Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni

“Io parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato”. Torna il fuoco “amico” di Silvio Berlusconi sul governo, e in particolare su Giorgia Meloni. Avevamo già raccontato di come l’insofferenza del leader di Forza Italia nasconda in realtà piani ben precisi per il futuro della maggioranza. Adesso l’ex presidente del consiglio approfitta della questione Zelensky (e quella del cambio dei vertici Rai) per rimarcare la distanza tra lui e Meloni, tanto che anche le opposizioni hanno colto la palla al balzo per chiedere chiarimenti a Palazzo Chigi, che prontamente precisa che il sostegno a Kiev da parte del Governo italiano è saldo e convinto. Berlusconi, dopo aver votato per le regionali lombarde a Milano, si è lasciato andare a una chiacchierata coi giornalisti (ripresa da Repubblica), e ne ha approfittato per spiegare: “Non ci avrei parlato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”. Parole pesantissime. Ma non è tutto… (Continua a leggere dopo la foto)
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Silvio Berlusconi ha poi aggiunto, prima di sparare sul governo anche per il possibile cambio dei vertici Rai: “Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli ‘è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall 6-7-8-9mila miliardi di dollari, a una condizione, che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi’. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare ad un cessate il fuoco”. Quale sia il pensiero di Berlusconi non è una novità, ma dirlo da membro di governo ha un peso decisamente più rilevante. Già a ridosso delle elezioni Politiche del 25 settembre aveva detto: “Putin doveva solo sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelensky”. (Continua a leggere dopo la foto)

Circa un mese dopo, in un’assemblea con i deputati di Forza Italia, alla vigilia delle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo esecutivo, Berlusconi tornò ad attaccare Kiev e giurò di aver riallacciato con il suo amico Putin: “La guerra è colpa della resistenza ucraina”, venne riportato da un audio laPresse. E anche in quell’occasione arrivò durissima la reazione di Giorgia Meloni. “Chi non condivide l’atlantismo è fuori dal governo”. E anche stavolta arriva una nota di Palazzo Chigi a ribadire: “Il sostegno all’Ucraina da parte del Governo italiano è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’Esecutivo”. Se la questione ucraina viene dunque “risolta così”, l’altro punto da chiarire è il caso legato ai vertici Rai. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma che Berlusconi voglia fare la spina nel fianco del governo lo si capisce non solo dalla bordata a Zelensky, ma anche da un’altra spallata. Commentando le varie polemiche sorte intorno a Sanremo, e quindi della possibilità di cambiare i vertici Rai, il leader di Forza Italia attacca: “Non voglio assolutamente arrivare a questo. Mi piacerebbe che la televisione pubblica faccia il suo mestiere di televisione pubblica. Non sono riuscito ad essere un ascoltatore continuativo della kermesse, ho visto qualche momento di Sanremo e non sono stato ben impressionato. Ho visto cose ideologicamente spostate a sinistra, il che non mi pare giusto soprattutto il giorno prima di importanti elezioni regionali”.

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