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“Bast***”. La clamorosa provocazione di Sallusti: “E ora querelami”

Pubblicato il 16/11/2022 12:20

“Chi di insulto ferisce, di insulto perisce” verrebbe da pensare a guardare gli sviluppi della vicenda che ha per protagonista Roberto Saviano. L’autore di Gomorra, come vi avevamo raccontato attraverso le pagine del Paragone, è infatti finito nei guai per una dura requisitoria pronunciata nel dicembre 2020 durante il talk “Piazza Pulita” nei confronti delle posizioni politiche dei leader del centrodestra sul tema immigrazione. Tra i passaggi più duri: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così?”. Parole che avevano fatto inorridire, in particolare, Giorgia Meloni. (Continua a leggere dopo la foto)

Le frasi di Saviano sono infatti all’origine di un processo per diffamazione intentato da Meloni, con lo scrittore che ha rivendicato con forza la propria libertà di espressione. Scatenando la reazione del direttore di Libero Alessandro Sallusti, che ha deciso di aprire la prima pagina della sua testata il 16 novembre con una frase decisamente forte: “Saviano bastado”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nell’editoriale firmato da Sallusti si legge poi: “Il sommo maestro Roberto Saviano ieri ha rivendicato con forza una libertà e stabilito un principio: uno scrittore può insultare perché il suo linguaggio, anche se offensivo e ingiurioso, rientra in quella che una volta si chiamava ‘licenza poetica’, la possibilità cioè di sbagliare volutamente per dare più forza al pensiero”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Per nulla pentito e ben lungi dallo scusarsi per l’offesa recata a una donna, il Sommo ha spiegato che lui non sottostà alle regole, fossero solo quelle della buona educazione. Per una volta faccio mio il Verbo del Sommo, e lo faccio avendo le carte in regola perché anche io sono uno scrittore. Seguendo il suo consiglio di non mettere limiti al mio pensiero perché noi scrittori (ma quali scrittori, intellettuali si addice meglio) godiamo dell’immunità penale e civile dico con chiarezza ciò che penso: Roberto Saviano, sei un bastardo. E adesso che fai? Smentisci la tua tesi in base alla quale io scrittore posso insultarti pubblicamente e tu devi tacere? Corri in tribunale a querelarmi?”.

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