Ci risiamo. Il conto sui morti non torna. E dietro ai numeri taroccati c’è di nuovo la necessità di creare allarmismo per spingere sui vaccini. Vaccini da smaltire perché in scadenza. Vaccini inutili visto che, proprio perché non funzionavano più, hanno creato quello nuovo che dovrebbe arrivare in autunno. I controsensi, insomma, si sprecano. Come racconta Patrizia Floder Reitter su La Verità, “ieri ci sono stati 106 morti «per Covid» in tutta Italia, e dai commenti che sentiamo sembra di essere tornati a inizio pandemia. Toni preoccupatissimi, quando nemmeno sappiamo la vera causa del decesso di quelle povere persone. Da due anni lo ripetiamo, e lo affermano i medici con cervello: se finiscono catalogate come morti da coronavirus solo perché ai pazienti era stato trovato positivo il tampone, non usciremo mai dall’allarme continuo, dall’emergenza anche nella normalità di contagi ormai endemici”. (Continua a leggere dopo la foto)
Due giorni fa Antonino Giarratano, presidente di Siaarti, la società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, ha dichiarato che l’86% dei pazienti in terapia intensiva non è ricoverato per Covid e che solo il 5,1% dei 187, con anche il tampone positivo, ha una patologia delle prime tre ondate, “cioè sintomi polmonari o riferibili a infezione sistemica grave”. L’affermazione del professore, su dati raccolti a livello nazionale e analizzati dall’Istituto superiore della Sanità, fa piazza pulita di ogni illazione. “Non è vero che le rianimazioni sono piene di malati di coronavirus, così come è falso dichiarare che le persone conteggiate ogni giorno tra i morti sono decedute per colpa del virus”. La rabbia cresce. Questa strategia del governo è criminale. Sì, criminale. E va denunciata. (Continua a leggere dopo la foto)
“Infatti, se un paziente ha sintomi gravi dovuti al Covid, purtroppo deve finire in terapia intensiva, non rimane nel reparto dei contagiati. Ma se il presidente della Siaarti, professore ordinario di anestesiologia presso la scuola di medicina e chirurgia dell’Università di Palermo, fornisce il dato attuale dei ricoverati per Covid nei reparti di rianimazione di tutta Italia, ovvero che solo il 13,5% sono positivi, questo significa che ben pochi di coloro che non ce l’hanno fatta erano ricoverati per Covid”. È matematica, oltre che logica. E medicina. Ma allora, di quale allarme stiamo parlando? Anche Andrea Vianello, primario della fisiopatologia respiratoria a Padova, ieri sul Corriere del Veneto è dello stesso avviso, e ridimensiona ogni ingiustificato allarme anche Salvatore Maurizio Maggiore, docente di anestesia e rianimazione all’Università di Chieti e responsabile dell’unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata della città abruzzese. (Continua a leggere dopo la foto)
La conclusione: “In base ai numeri forniti dall’Iss, possiamo anche aggiungere che non tutti i morti del bollettino quotidiano lo sono per Covid. Probabilmente il numero è infinitesimale, ma ancora non è stata fatta chiarezza sulle cause dei decessi, elencati come fossimo con gli ospedali al collasso e i positivi al coronavirus che soffrono di sintomi gravi. Però fa gioco tornare ad allarmare i cittadini, per spingerli negli hub a fare la quarta dose e smaltire i vaccini che stanno per scadere”.
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