L’inflazione non risparmia nemmeno i mutui per la casa, tornati a salire dopo anni di ribasso per i tassi. Gli indici Euris, che determinano il tasso dei mutui a rata fissa, hanno infatti invertito il loro trend, in crescita di oltre 40 punti sulla scadenza a 20 anni, passando da 0,85% a 1,27%. Più cari anche i prestiti a tasso variabile, con gli indici Euribor che da -0,56% sono arrivati a -0,46% , con il rischio ora che il super tasso possa bloccare le agevolazioni previste per gli under 36, che avevano trainato il settore nel recente passato.

Come spiegato da Vito Lops sulle pagine del Sole 24 Ore, dopo anni di calma piatta e record su record al ribasso per i tassi, il mercato dei mutui si trova a fronteggiare una fase di inversione. Con il dubbio sul se e sul quando si tornerà indietro. Per quanto riguarda le nuove offerte, per i nuovi aspiranti mutuari, “è in corso un adeguamento del mercato al movimento degli indici Euris: se un mese fa era possibile stipulare un fisso a tasso finito inferiore all’1%, ora nelle migliori delle ipotesi si riesce a spuntarlo all’1,37%”.

Volendo risparmiare, si può optare per un tasso variabile che per un finanziamento con caratteristiche simili si attesta allo 0,59,%, quasi 80 punti base in meno del fisso. Lo scenario sta però cambiando anche sul fronte dei tassi variabili: “I future sugli Euribor a 3 mesi scontano il ritorno dell’indice su valori positivi già per la fine di quest’anno. Spostandoci più in là nel tempo e con la sfera di cristallo gli stessi future proiettano il moltiplicatore delle rate variabili all’1,3% nel 2024, per poi assestarsi su tali livelli fino al 2028.

A inizio anno, i mercati stimavano un’inflazione a 5-10 anni per l’Eurozona dell’1,86%. Ora le aspettative sono passate al 2,26%. Secondo il Sole 24 Ore, “non si tratta di livelli di allarme ma di uno scenario che allo stato attuale sembra ottimistico”. Di conseguenza, “chi ha un mutuo variabile di lungo periodo potrebbe valutare l’opzione di una surroga fisso, per mettere in sicurezza 15-20 anni di ammortamenti residui. Vero che andrebbe a pagare fin da subito una rata fissa più alta, ma a tendere la spesa interessi complessiva potrebbe essere meno onerosa, qualora la Bce fosse costretta ad alzare i tassi più volte per arginare l’inflazione”.
Ti potrebbe interessare anche: 65 ex alunni della stessa scuola con lo stesso tumore raro: avviate subito le indagini