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“Banche clandestine cinesi che fanno sparire i soldi italiani”: l’incredibile scoperta di Fuori dal Coro (VIDEO)

Pubblicato il 22/03/2023 12:20 - Aggiornato il 22/03/2023 12:21

All’esterno, apperentemente, un semplice negozio di riparazioni per cellulari, dove portare il proprio telefonino qualora dovesse dare problemi. All’interno, invece, micro-mondo decisamente diverso, addirittura “una banca che manda i soldi, soldi che vanno in Cina”, come ammesso candidamente da un conoscitore del locale. A rivelare l’esistenza di questa sorta di istituto segreto è stato il giornalista Tommaso Mattei durante un servizio andato in onda nel corso dell’ultima puntata del programma Fuori dal Coro, su Rete 4. Un’attività della quale tutti sapevano e che è stata però protetta a lungo da uno spesso muro di omertà: nessuno sapeva nulla, nessuno capiva esattamente cosa accade all’interno. Di sicuro, però, “qui giravano tanti soldi”. Un fenomeno, quello delle banche clandestine, diffuso in tutta Italia. (Continua a leggere dopo la foto)
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banche clandestine cinesi

Soltanto una settimana fa, infatti, a Firenze era stato denunciato un episodio molto simile: due persone di origini cinesi erano finite in manette dopo che la Guardia di Finanza aveva scoperto un’associazione a delinquere dedita alla commissione di reati di esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancaria. (Continua a leggere dopo la foto)
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I due uomini arrestati dalle Fiamme Gialle avevano creato una banca clandestina, con sede in un negozio di Firenze e forte di una filiale a Prato, rivolta a imprenditori cinesi ai quali venivano offerti servizi occulti di trasferimento di denaro in Cina. Il tutto dietro pagamento del 2,5 per cento dell’importo trasferito. (Continua a legere dopo la foto)

Nell’ambito di quell’operazione erano state indagate complessivamente 13 persone, tutte di origini cinesi, accusate di vari reati che spaziavano dall’esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancaria alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L’istituto di credito illegale, secondo la Procura fiorentina, accoglieva “i clienti, tutti imprenditori sinici operanti nel settore della pelletteria e dell’abbigliamento” e ritirava “il contante che si intendeva trasferire senza essere tracciati dagli intermediari abilitati dalla Banca d’Italia”.

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