Tra i problemi dei veicoli elettrici potrebbe esserci anche quello di finire facilmente preda dei pirati informatici. Questo il risultato di uno studio svolto dai ricercatori italiani del CNR di Pisa e riportato dal Corriere della Sera, proprio mentre il Parlamento europeo continua a insistere sulla necessità di abbandonare le vecchie auto a benzina e diesel entro il 2035. Favorendo, in questo modo, l’avvento delle cosiddette “auto green”, che potrebbero però nascondere più di un pericolo. Secondo l’analisi, infatti, “i veicoli elettrici possono essere soggetti ad attacchi hacker da parte di cybercriminali, a partire dal furto di dati sensibili fino al caso estremo di un incidente stradale con possibile morte del conducente”. (Continua a leggere dopo la foto)
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A spiegare i risultati ottenuti sono stati Ilaria Matteucci, ricercatrice del gruppo Trust, Security and Privacy dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, e Marco De Vincenzi, dottorando all’università di Pisa e associato presso l’Istituto di Informatica e Telematica del CNR: “Dobbiamo pensare le automobili non più come semplici mezzi di trasporto, ma come dispositivi mobili parte di una rete globale. Questa nuova concezione fa parte della rivoluzione della mobilità, caratterizzata da veicoli green, autonomi e connessi, che, volenti o nolenti, accompagnerà le nostre città e le nostre vite nei prossimi anni”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Tutta questa tecnologia – hanno spiegato i ricercatori – e la possibilità di connettersi ad Internet, se da un lato porta enormi vantaggi per l’esperienza di guida e di viaggio degli utilizzatori del veicolo, dall’altra può rappresentare una sfida per i moderni ‘hacker‘ che di fronte ad un nuovo ‘dispositivo’ sono pronti a scovarne le vulnerabilità e ad usarle per prenderne il controllo, rubando i dati degli utenti o, peggio, causando incidenti”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un allarme non nuovo, visto che nel 2015 due scienziati americani (Miller e Valasek) erano riusciti a prendere il controllo da remoto di una Jeep Cherokee e controllarla a distanza. C’è poi il problema privacy: “Lo scopo di un attacco ad un veicolo – ha detto De Vincenzi – potrebbe essere personale oppure industriale. A livello personale un attaccante può voler rubare le informazioni relative ai pagamenti ed effettuare operazioni. Dall’altro lato un attaccante che prende il controllo delle funzioni di una vettura può causare danni o perfino la morte di una persona, senza che però ad oggi ci siano pratiche codificate e metodi per risalire in modo celere e certificato all’attaccante”.