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“AstraZeneca finanziava medici e editori durante la pandemia”. L’inchiesta-bomba, ecco i beneficiari

Pubblicato il 03/04/2023 21:36

Medici o lobbysti? Giornalisti indipendenti o a libro paga? Quello che in molti sostengono, e da tempo, viene confermato dalle pagine de La Verità. Se trovasse conferma l’inchiesta di Maddalena Loy – d’altronde i bilanci sono pubblici – in merito agli ingenti finanziamenti delle case farmaceutiche per università, centri di ricerca e testate giornalistiche, emergerebbe definitivamente l’abnorme conflitto di interessi che appare già piuttosto evidente: tutti i beneficiari dei finanziamenti di AstraZeneca e in misura minore di Janssen, l’azienda del gruppo Johnson & Johnson, ovvero tutti i medici coinvolti così come le testate quali “Quotidiano sanità”, curiosamente erano e sono in primissima linea nel diffondere l’ortodossia pandemica e promuovere le vaccinazioni di massa. In particolare, Astra Zeneca, nei soli due anni di presunta emergenza sanitaria e solo in Italia, ha corrisposto la bellezza di 30 milioni di euro per lo più a strutture legate a quei medici che si sono distinti per la strenua e incrollabile difesa della campagna vaccinale. Spiccano, tra queste, la Fondazione The Bridge di Milano, che ha ricevuto “donazioni” per 213mila euro e nel cui consiglio siede Carlo Patrini, anche presidente del comitato etico dell’Istituto superiore di Sanità; oppure l’Humanitas di Rozzano (ben 450mila euro) presieduta da quell’Alberto Mantovani, un’altra “virostar” che abbiamo imparato a conoscere. (Continua a leggere dopo la foto)
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astrazeneca 30 milioni medici
Fonte: La Verità

Se vi state interrogando su Alberto Burioni, siete sulla strada giusta: anche l’ospedale San Raffaele di Milano, presso cui lavora, ha ricevuto 123.100 euro da Janssen e 76.650 da AstraZeneca.Dai bilanci emerge come nel corso degli ultimi anni le aziende farmaceutiche abbiano investito maggiori risorse nella ricerca scientifica e nella promozione dei prodotti. Solo nel 2020 e nel 2021, considerando anche le “donazioni, si arriva rispettivamente a 14 ed oltre 16 milioni. Complessivamente, insomma, tra ricerca, sviluppo e promozione, e donazioni, AstraZeneca ha investito oltre 30 milioni nel corso dei soli anni di pandemia da Covid. Tra i tanti nomi che avrebbero, per una ragione o un’altra, ricevuto quei fondi, compaiono anche dei nomi illustri come la casa editrice Mattioli che pubblica lo European Journal of Oncology e Acta Biomedica, oppure la Sics che pubblica la rivista Nature, molto nota e prestigiosa. (Continua a leggere dopo la foto)
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Anche le Università Bocconi e Cattolica hanno ricevuto finanziamenti o, se volete, “donazioni”. Ufficialmente, il tutto era rivolto alla ricerca, ma assume i connotati di un patto tacito. Se, come è noto, lo Stato italiano non investe nella ricerca, non è altresì accettabile che i finanziamenti privati indirizzino le scelte sulla salute pubblica. Facciamo un esempio, sempre riprendendo l’inchiesta di Maddalena Loy: come si ricorderà, nel 2021 l’utilizzo del vaccino dell’azienda anglosvedese AstraZeneca fu sospeso per cinque giorni ma poi prontamente rimesso sul mercato da Aifa. Fu allora che la stessa Agenzia italiana del farmaco venne duramente attaccata per aver diffuso notizie “potenzialmente allarmistiche” da Francesco Cognetti, presidente della Fondazione insieme contro il cancro, sponsorizzata proprio da AstraZeneca con 65.100 euro nel solo 2020. (Continua a leggere dopo la foto)
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Non mancano altri nomi e volti oramai noti, come Massimo Galli, ex presidente della Simit (Società italiana di malattie infettive), che proprio sul temporaneo stop al vaccino di AstraZeneca dichiarò: “Farà danni, si poteva evitare”. Ebbene, sempre nel 2020, la Simit aveva ricevuto finanziamenti e donazioni per 83.100 euro da Janssen. Infine, in un’epoca segnata da diffusissimi “malori improvvisi” e arresti cardiaci anche in giovanissima età, nel silenzio della comunità scientifica, va evidenziato che anche la Società italiana di cardiologia ha beneficiato, nel biennio 2020-2021, di 145.000 euro da Janssen.

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