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Il governo Draghi-Salvini ci “ruba” la casa. Non sarà più possibile affittarla come prima. Le nuove regole

Pubblicato il 11/07/2022 11:11

I governi di questi ultimi anni ci hanno insegnato che dietro grandi battaglie ideali si nasconde il pretesto per creare una nuova fregatura ai cittadini. L’ultima trovare del governo Draghi parte dal presupposto di “salvare i centri storici”. Dietro questo bel proposito, però, si cela altro, come una nuova norma sugli affitti che di fatto “ruba” le nostre case. L’incertezza generata dalle leggi che da anni si succedono – a livello centrale e locale – nel tentativo di regolare gli affitti brevi è totale. Questo mercato ha già perso il 60% nel 2020 a causa del Covid e della sua folle gestione. Quest’anno c’è la ripresa, ma potrebbe arrivare un’altra mazzata, che non ha nulla a che vedere con questioni sanitarie. Si parte da Venezia e poi il modello verrà esteso a tutto il territorio nazionale. Cosa succede? (Continua a leggere dopo la foto)

Come spiega Il Sole 24 Ore, “con il voto di fiducia finale alla conversione in legge del Dl Aiuti – atteso in settimana al Senato – è destinata a entrare in vigore un’altra novità: la stretta alle locazioni nella città storica di Venezia. Con l’obiettivo dichiarato di favorire l’offerta degli affitti residenziali a lungo termine (e tutelare il patrimonio storico-artistico), l’emendamento prevede che il Comune possa individuare – anche per zone – i «limiti massimi e i presupposti» che consentono di destinare le case alla locazione breve. Ma bisognerà tenere conto della funzione di «integrazione al reddito» per chi mette in affitto una sola unità immobiliare. Inoltre, il sindaco potrà stabilire che l’affitto per più di 120 giorni all’anno sia subordinato al cambio di destinazione d’uso e della categoria dell’immobile”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Riteniamo che questa norma sia lesiva del diritto di proprietà”, commenta giustamente Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. “E, comunque, non è con i divieti che si favorisce la locazione duratura, ma con opportuni incentivi, ad esempio eliminando l’Imu per i contratti di lunga durata e consentendo ai locatori di recuperare più facilmente l’immobile in caso di morosità”. Ed ecco qua che violano la nostra proprietà privata sfruttando un intervento normativo sulle locazioni brevi, con il teorico e nobile intento di contrastare lo spopolamento di interi quartieri delle zone centrali di molte città italiane, soprattutto quelle a forte vocazione turistica (oltre alla volontà di combattere l’evasione fiscale e l’affitto senza regole). (Continua a leggere dopo la foto)

“Il problema è che i nuovi obblighi e gli adempimenti finiscono per colpire solo chi fa le cose in regola”, aggiunge Spaziani Testa. La norma su Venezia richiama la definizione di “affitto breve” contenuta nella cosiddetta legge Airbnb (il Dl 50/2017). “Ma l’articolo 4 di quel decreto riguarda solo i contratti tra proprietari e locatori persone fisiche di durata non superiore a 30 giorni, lasciando fuori le gestioni imprenditoriali”, osserva Dario Pileri, presidente di Prolocatur. Lo stesso richiamo normativo fa sì che la strettasi applichi anche ai contatti “brevi” non turistici, come quelli per motivi di lavoro, studio o assistenza a familiari. Altro punto critico, i 120 giorni: “Un limite che indurrà molti proprietari a concentrare l’offerta nei periodi più redditizi dell’anno, aggravando il fenomeno dell’overtourism”.

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