x

x

Vai al contenuto

“540 miliardi di aiuti dall’Europa”. Indovinate a chi vanno? Vi anticipiamo che all’Italia è toccato solo il 4%

Pubblicato il 13/01/2023 13:47 - Aggiornato il 18/01/2023 10:07

Per noi non è una novità, e nemmeno ci scandalizziamo più. Del resto la battaglia per uscire dall’Unione Europea è anche evidenziare e portare alla conoscenza di tutti le storture che, ogni giorno, consuma Bruxelles, soprattutto ai danni dell’Italia. Solo negli ultimi giorni abbiamo raccontato del dramma etichette che puntano a distruggere il nostro agroalimentare, con la modalità Nutriscore spinta (guarda caso) dalla Francia; e l’assalto al nostro vino, eccellenza e fonte di ricchezza del nostro Paese, con l’avallo della scelta irlandese di etichettarlo al pari delle sigarette. Ora, invece, emergono i dati relativi agli ultimi aiuti di Stato europei. E cosa emerge? La Commissione Ue ha infatti fornito il quadro temporaneo sugli aiuti di Stato – che aspettavamo al passo – da cui scopriamo che la metà di quelli approvati da Bruxelles riguarda la Germania. Ma dai, e chi l’avrebbe mai detto. Del resto è ormai noto da tempo che Ue vuol dire Germania e viceversa. E noi non vogliamo essere amministrati dal governo di Berlino per il tramite di quello di Bruxelles. Infatti l’altro dato che emerge è che poche briciole di questi aiuti spettano all’Italia. (Continua a leggere dopo la foto)

Fino al 31 dicembre 2022 “sono state prese circa 170 decisioni per approvare misure nazionali notificate dai 27 Stati membri nel contesto dell’attuale crisi geopolitica legata specialmente alla guerra della Russia contro l’Ucraina” e “sull’ammontare di 540 miliardi di euro di aiuti di Stato approvati finora, il 49,3% sono stati notificati dalla Germania, il 29,92% dalla Francia, il 4,73% dall’Italia” e il restante 16% dagli altri Stati membri. A spiegarlo in conferenza stampa è Arianna Podestà, portavoce della Commissione europea. Si tratta di stime, ha precisato, e va ricordato che non si tratta solo di trasferimenti diretti, ma anche di prestiti e garanzie, che hanno effetti diversi. (Continua a leggere dopo la foto)

I dati forniti dalla Commissione – scrive Il Tempo – evidenziano il fatto che, di fronte alla crisi energetica e in assenza di strumenti comuni adeguatamente dimensionati, i Paesi con i bilanci più forti possono permettersi di sostenere le proprie economie in modo assai più efficace dei Paesi che hanno conti pubblici meno sani”. Cosa che comporta un vantaggio competitivo per le imprese dei primi, rispetto alle imprese dei secondi.

Ti potrebbe interessare anche: Paragone asfalta la Francia in diretta a La7: “Tutta colpa loro, se li devono tenere” (il VIDEO)