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“Io apro”. È guerra tra un ristoratore che si batte contro le chiusure e il Comune di Firenze

Pubblicato il 13/05/2021 14:32 - Aggiornato il 13/05/2021 14:33

Un animatore del movimento “Io apro”, che contesta le chiusure imposte a bar e ristoranti, nel tempo ha collezionato “numerose violazioni alle normative anti-Covid” e l'”inosservanza dei provvedimenti dell’attività”. Pur di rimanere aperta, la pizzeria Da Tito, infatti, non ha badato alle multe, alle ordinanze e alle chiusure temporanea, continuando con la sua attività. E ora Momi El Hawi, rischia grosso. Ma non molla, e continua la sua battaglia per far rimanere aperto il locale di Firenze, a costo di non rispettare le norme decise dal governo per evitare la diffusione del nuovo coronavirus. (Continua a leggere dopo la foto)

E ora il Comune, guidato dal piddino Nardella, ha deciso di usare il pugno dure e punta a una chiusura definitiva dell’attività. Momi, però, non è stato fermato nemmeno dai sigilli, rotti a metà aprile dopo la nuova multa collezionata per non aver tenuto chiuso il locale. Sanzioni anche ai clienti seduti ai tavoli. In tutto, stando a quanto ha ricostruito Il Corriere della Sera, Momi sarebbe incorso in una ventina di multe per non aver chiuso il locale e aver permesso ai clienti di andare nel suo ristorante. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive Il Giornale: “Adesso è arrivata la risposta del Comune di Firenze, che ieri ha notificato al titolare del ristorante un provvedimento duro: è stato, infatti, avviato l’iter che porterà alla chiusura definitiva dell’attività. Il Comune, d’intesa con la Prefettura, ha deciso di ‘procedere con gli atti necessari per la chiusura definitiva dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande nei confronti di un esercente del territorio fiorentino’. Il provvedimento, spiega Palazzo Vecchio, è arrivato a seguito delle inosservanze delle regole anti-pandemia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Adesso Momi ha dieci giorni di tempo dalla notifica dell’avvio del procedimento per presentare le proprie memorie scritte e i documenti che ritiene opportuni. E, ancora una volta, dichiara battaglia: “Una cosa assurda, percorreremo ogni strada e continueremo a lavorare”, ha detto il ristoratore alla Nazione.

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