di Luigi Savoca. Con una tempestività degna di miglior causa il sottosegretario del Ministero della Salute Andrea Costa ha sentito il bisogno di specificare che le reazioni avverse al vaccino dovranno essere segnalate all’AIFA solo nel caso che sussista un “ragionevole sospetto” sul nesso causale conseguente all’inoculazione vaccinale.
Una dichiarazione lei per prima “sospetta” in quanto avviene proprio in un momento in cui si moltiplicano le segnalazioni di reazioni avverse alla somministrazione del vaccino, anche grazie alla campagna promossa sui social da Italexit con la creazione del gruppo “danni collaterali”.
Tuttavia c’è poco da stupirsi, nel governo “dei migliori” del premier Draghi il posto di sottosegretario del Ministero della Salute, in piena pandemia, è stato infatti assegnato ad un illustre sconosciuto, a quanto pare prediletto di Maurizio Lupi, che all’atto della nomina aveva candidamente dichiarato “Che cosa ne so di sanità? Imparerò”.
Ma evidentemente il nostro non sembra avere imparato granchè se poi si rende autore di una dichiarazione priva di apparente senso logico, come evidenzia “La Verità” in un articolo sul tema, tanto più in un paese che certo non brilla quanto ad efficienza della farmacovigilanza.
Infatti il sistema delle segnalazioni prevede un farraginoso intreccio di passaggi burocratici nei cui meandri si vanno perdendo i dati reali.
Emblematico è il caso dello storico vaccino contro il tetano e la difterite; dopo 41 anni di “segnalazioni” l’AIFA dichiara candidamente di non avere raccolto dati clinici concreti per valutare, con un minimo di attendibilità, la frequenza delle reazioni avverse!
Ed in effetti sarebbe sufficiente utilizzare la logica più elementare per scorgere l’intento nascosto nelle parole del sottosegretario: sulla base di quali elementi clinici dovrebbe essere stabilita una correlazione che non può che essere frutto di adeguate analisi cliniche e comunque di un esame delle ricorrenze statistiche che, per definizione, non sono possibili nell’immediato, relativamente al caso singolo, ma presuppongono tempi e dati che solo un organismo centrale può acquisire?
Un ragionamento che fa acqua da tutte le parti ma proprio per questo evidenzia la protervia della follia vaccinista secondo cui l’unica sola risposta possibile alla malattia, sempre e comunque, sarebbe il vaccino, anche a dispetto delle evidenze che manifestano diversissimi rapporti fra costi e benefici a seconda della condizione clinica del singolo individuo.
Per questo è importante non abbassare la guardia, fare controinformazione, anzi sic et simpliciter informazione, segnalando tutti i casi di reazioni avverse alle inoculazioni del vaccino, come da mesi si impegna a fare il gruppo “Danni Collaterali” promosso da Italexit.
E’ in gioco la libertà e la salute di ciascuno di noi, beni troppo grandi ed assoluti per lasciarli nelle mani di un sottosegretario qualsiasi.