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Lo scostamento di bilancio e altre meraviglie

Pubblicato il 01/12/2020 09:50

di Lorenza Morello, presidente nazionale APM

Pochi giorni fa è stato votato in parlamento l’ennesimo scostamento di bilancio, con il placet anche dell’opposizione.
Ebbene, un giorno, e non sarà molto lontano, saremo chiamati a ripagare tutto il debito contratto in questi mesi. Dovremo pagare i banchi a rotelle, il bonus vacanze, il bonus monopattino, i vari redditi di cittadinanza, gli stipendi dei navigator, il fondo d’emergenza per i parlamentari e anche quei “ristori” che in minima parte hanno dato o che daranno un aiutino a coloro che veramente lo meritano.

Questo significherà un aumento della tassazione (come peraltro già pubblicamente annunciato anche da altri paesi) che ovviamente non servirà se non ad aggravare la condizione economica di chi già oggi è in difficoltà. Apriamo gli occhi, rifiutando categoricamente la definizione di chi ci bollerebbe come “negazionisti” o “fascisti”.
Noi infatti siamo quel paese che bolla come “negazionista” chi osa mettere in dubbio le attuali politiche di contenimento o “fascista” chi osa andare contro il pensiero main stream. E sarebbe il momento di ripensare a questi due termini, anzitutto perché dire negazionista (oltre a ricordare impropriamente la Shoa) significa che dall’altra parte ci sono i portatori della verità rivelata, che non mi pare esista, e perché se c’è qualcosa di fasciata di tutto questo periodo sono le misure che sono state imposte in modo indiscriminato a persone diverse, in situazioni diverse senza tenere conto delle singole individualità. Questo sì che è fascismo.

Il problema esiste, perché le nostre strutture sanitarie sono insufficienti e perché solo adesso (ovvero troppo tardi) si inizia a parlare di medicina domiciliare. Ma il problema è presente ed è ovviamente necessario risolverlo. Nessuno ha la bacchetta magica e nessuno dice che sia facile.
Ma se per risolvere questo problema sacrifichiamo e distruggiamo il tessuto socio-economico del Paese, forse sarebbe ora che chi siede nella stanza dei bottoni invece di continuare ad esternare proclami e minacce, si facesse un po’ più umile e incominciasse ad ascoltare anche i pareri di chi vede le cose in modo diverso e che chiede a gran voce di poter continuare a lavorare per sé stesso e per il bene del paese.

E, per favore, smettiamo di essere quel paese dove si cerca l’untore, il colpevole di una situazione che continua a perdurare, sia questo il runner come è stato durante la scorsa primavera, siano adesso quegli scriteriati che pensano ad andare a sciare o che pretendono perfino di poter andare a messa la notte di Natale quando i nostri ospedali sono pieni di persone che soffrono. E quando si parla di fare un giro negli ospedali, bene, facciamolo, ma non solo nei reparti Covid.

Andiamo anche a vedere i reparti dove, purtroppo, da sempre ci sono bambini ricoverati con gravi malattie, facciamo un giro nei reparti oncologici (a proposito, chissà perché l’ILVA è ancora aperta se al nostro Governo da sempre preme molto per la nostra salute) tra le persone colpite da ictus, da infarto e da tutte quelle cause che purtroppo ben prima del covid colpiscono persone a noi vicine o lontane. Se davvero la salute è la cosa più importante non si capisce perché da Monti in avanti tutti i Governi hanno tagliato posti letto e ospedali incuranti di quali sarebbero state le conseguenze, oggi sotto gli occhi di tutti. Ospedali che si reggono solo su volenterosi medici e para medici.

Poniamoci poi però anche altre domande.
Cosa succederà quando e se mai usciremo da questa situazione? Cosa ne sarà di tutte quelle persone che hanno investito nella loro piccola attività i risparmi di una vita, con fatica hanno aperto un negozio, un bar, un ristorante. Si sono indebitati, hanno un mutuo da pagare, un affitto, i fornitori che hanno già consegnato la merce. Cosa ne sarà di tutte quelle località turistiche a cui è vietato lavorare perché potrebbero incrementare e incentivare gli spostamenti di persone da zona a zona?
Cosa ne sarà di tutti i paesi di montagna dove le attività si reggono esclusivamente sul turismo e che aspettano proprio il periodo di Natale che per loro significa la maggior parte del fatturato annuale. Non esiste “ristoro” (o meglio elemosina) di stato, per quanto elevata possa essere, che possa sopperire al divieto di poter svolgere il proprio lavoro, di poter avere rapporti con i propri clienti, di poter svolgere quella funzione per cui si è studiato, ci si è appassionati e per quello che è la propria vita.

Gli imprenditori non aspettano che qualcuno dall’alto dia loro quanto ritenga necessario per vivere, ma sono coloro che vogliono contribuire a rendere migliore il mondo con la propria professionalità, il proprio ingegno, e impegno. Noi siamo quel paese che è diventato grande dal dopoguerra perché è stato in grado, con le capacità di tutti, di creare quelle piccole e medie imprese che hanno dato ricchezza a tutta la nazione. Proprio quelle che adesso stanno morendo, loro sì, a causa del Covid.