Di seguito riportiamo la lettera scritta da Raimondo, un giovane aspirante poliziotto che a causa di un emendamento dagli effetti retroattivi era stato ingiustamente ‘tagliato fuori’. Dopo numerose battaglie, un mare di coraggio e caparbietà, ecco il sogno finalmente diventato realtà. Quel sogno che Raimondo raccontava così: ” Sono cresciuto all’ombra delle Vele di Scampia: non sono morto, ma di morti ammazzati ne ho visti; e cresceva in me la voglia di fare, d’essere utile, di migliorare questo posto, di riscattare quello che agli occhi non solo dell’Italia ma del mondo era droga e faide”.
Oggi Raimondo ce l’ha fatta e con queste parole racconta…
Pronto! Ciao Nonno Gino! Siediti, adesso la racconto io a te una storia. C’era una volta… Raimondo, Marika, Ilario, Nicola, Monia, Federico… C’erano una volta i futuri ragazzi del 212° Corso della Polizia di Stato. Ma, come tutte le favole che si rispettino, il “vissero felici e contenti” lo si raggiunge solo alla fine.
Pochi sciocchi in una piazza, gl’occhi lucidi fissi alla bandiera, una mano sul cuore e l’inno nazionale che riecheggiava, era il 2018… Un percorso irto di insidie e prove d’affrontare: tante le porte sbattute in faccia, i ‘no’ e le risposte di sufficienza, tante le notti insonni, gl’appelli dell’amministrazione, i sorrisi di facciata, e i rospi ingoiati, ma tanti, anche gli aiutanti come te nonno.
Ricordo quella volta, tornato da un incontro andato male, che mi confortasti raccontandomi di quando cadesti in mano nemica, hai sempre avuto un modo tutto tuo per farmi capire le cose. Ma si, avevi proprio ragione, tutto può risolversi se ci si crede davvero. E noi, ci abbiamo creduto.
Come ci hanno creduto le tv, i giornali, le iene, i politici (alcuni), i sindacati, sempre alcuni e così, come c’hai creduto tu Gianluigi, a voi, la nostra riconoscenza. Star a sentire un manipolo di giovani sconosciuti e dar loro voce è stata dimostrazione che quando dalla propria c’è giustizia, caparbietà e rispetto delle regole, nulla è impossibile. Grazie per averci aiutato a raggiungere il nostro sogno.
Grazie, a noi stessi, per non aver mai mollato, anche quando tutto sembrava perso. Grazie ai colleghi di “sventura” che son sempre riusciti a strapparci un sorriso.
Grazie, alle nostre famiglie, che hanno sofferto e gioito con noi, grazie ai fidanzati, alle mogli, alle compagne che hanno sopportato i nostri malumori (scusate).
Grazie a te nonno, che come mi hai sempre ripetuto nei momenti di difficoltà: nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio… Adesso, puoi davvero essere orgoglioso di me, a Scampia non cresce solo malerba, e tu mamma, da oggi, non dovrai più preoccuparti che io possa “perdermi”.
Ce l’ho fatta. La mia, è la vittoria di tutti, la vittoria della giustizia. E adesso, andiamo tutti a brindare, con la speranza di poterci presto riveder sorridere e riabbracciare più forte di prima.
Al vostro fianco, per #essercisempre.