di Vincenzo Cutraro.
Dai primi “aiuti” fino all’ultimo decreto ristori bis, il governo ha fatto grandi regali alle banche.
Iniziamo con la prima ingiustizia che ha messo in serie difficoltà le imprese nella prima ondata, quando per poter accedere ai finanziamenti garantiti al 100 per cento fino a 25mila euro si richiedeva alle aziende di essere in bonis senza alcuna segnalazione alla Centrale Rischi Finanziari (CRIF) e nelle varie banche dati che hanno dei sistemi obsoleti di gestione e soprattutto lesivi sia per i cittadini che per le imprese.
Stessa sorte per le moratorie dei mutui: bastava infatti una rata di qualsiasi finanziamento non pagata nel corso del 2019 o prima per non poter accedere agli aiuti.
La più grande beffa è stata per chi ha ricevuto il famigerato fondo perduto, nato per cercare di bypassare questi problemi riscontrati in migliaia di aziende. In questo caso le banche si sono ritrovate regalie importanti perché in molti casi si sono trattenute interamente i fondi per pagare vecchi arretrati del cliente.
Quindi chi in questo momento vive in zona rossa senza poter lavorare si è ritrovato gli aiuti dei decreti “Ristori” e “Ristori bis” solo come un movimento nell’estratto conto perché senza potersi difendere sono stati interamente spesi secondo le volontà di qualche istituto di credito.
L’errore più grave è stato non vincolare le somme per le vere esigenze e permettere questo scempio. Da sottolineare che le posizioni delle banche sono regolari e che vengono autorizzate dai vari decreti e da regolamenti ridicoli di matrice europea, anche nel caso di sofferenza bancaria e segnalazione.
Anche in questo caso la comunità europea e il governo stanno costringendo molti imprenditori all’esasperazione e facendo diventare le banche i giudici della vita di queste piccole realtà.