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“Termosifoni alti? Scattano le manette”. La clamorosa decisione del Paese che fa da apripista all’Europa

Pubblicato il 08/09/2022 20:36

L’inverno è ormai alle porte e l’Unione Europea si appresta ad andare verso il razionamento coatto dell’energia consumata da cittadini e imprese. Dai limiti ai riscaldamenti al cuocere la pasta a fuoco spento, le contromisure più bizzarre iniziano a prendere piede in molti Paesi, pur sicuramente non avendo un impatto tanto significativo da sventare la futura e certa crisi energetica che colpirà il Vecchio Continente. La solitamente morigerata Svizzera, però, è andata addirittura oltre: chi non rispetterà le indicazioni del governo rischierà come minimo una sanzione pecuniaria, fino ad arrivare alla reclusione.
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Dalla multa alla reclusione

La notizia arriva direttamente dalla testata elvetica Blick, la quale riporta un documento governativo del ministero delle Finanze federale. Il portavoce del ministero delle Finanze svizzero Markus Spörndli, inoltre, ha spiegato che “Infrazioni della legge statale sull’approvvigionamento sono un reato o addirittura un crimine e devono quindi essere perseguiti dalle autorità”. La multa partirebbe quindi da un minimo di 30 franchi, fino a un massimo di 3.000 franchi. Piscine e saune devono quindi rimanere al freddo, e la temperatura negli edifici non potrà superare i 19 gradi. In caso di azione intenzionale nel disattendere le imposizioni ministeriali, Blick riferisce che sarà possibile applicare una pena detentiva fino a tre anni, oltre ad una multa.
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Saranno i cittadini a segnalare infrazioni

Durante una conferenza stampa, il ministro federale delle Finanze Guy Parmelin ha rassicurato: “Non siamo uno stato di polizia”. E ancora: “Le forze dell’ordine non si recheranno casa per casa. Ma potranno esserci dei controlli”. Le ispezioni delle autorità si baseranno su un modello che gli italiani senza dubbio ricorderanno: i cittadini sono infatti invitati a segnalare eventuali infrazioni commesse dai loro vicini. “La violazione deve essere segnalata, controllata e quindi anche provata”, ha sottolineato Spörndli.
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Aumento dei costi: Ue incolpa la Russia

Una nuova epoca di restrizioni ed imposizioni è dunque al via. Molto probabilmente l’Europa si troverà ad affrontare altri lockdown, questa volta energetici, e altre chiusure forzate delle attività se le cosew non dovessero migliorare. Ma come siamo arrivati a tutto questo? Sebbene il 7 settembre 2022, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen abbia accusato la Russia di manipolare i mercati energetici in Europa attraverso l’alterazione dei prezzi, la reale causa del caro bollette sembra piuttosto da ricercarsi nella selvaggia speculazione attuata dai colossi energetici europei. Un fulgido esempio lo abbiamo in casa: Eni ha infatti registrato un incremento degli utili del +700% nell’ultimo semestre, rispetto a quello precedente. Inoltre, il prezzo del gas in Europa viene stabilito dalla borsa di Amsterdam con il sistema Title Transfer Facility (TTF), un ambiente in cui la speculazione finanziaria è all’ordine del giorno.
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Von der Leyen: “Dobbiamo appiattire la curva”

Sempre la presidente della Commissione Europea, vorrebbe inoltre ridurre i consumi durante le cosiddette “ore di punta”. “Le richieste nelle ore di punta inseriscono il gas più costoso nel mercato”, ha detto von der Leyen. Ci si dovranno aspettare dunque le maggiori limitazioni proprio in queste delicate fasce orarie. Un flashback che ci riporta indietro al 2020, con l’unica differenza riscontrabile nei motivi della crisi in atto, prima sanitaria, ora energetica. C’è da scommettere che anche questa volta ci saranno gli oppositori delle indicazioni governative, e probabilmente durante il prossimo inverno sentiremo attacchi trasversali ai “no watts” nei maggiori salotti televisivi.

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