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Perché, invece di chiedere scusa, la von der Leyen non promette aiuti veri, non in prestito?

Pubblicato il 02/04/2020 14:18

E all’improvviso l’Unione Europea si rese conto di non essere stata vicina all’Italia. Dopo settimane e settimane segnate da feroci polemiche, con il nostro Paese lasciato solo ad affrontare una crisi senza precedenti, Bruxelles ha ufficialmente porto le sue scuse per bocca della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che dalle pagine di Repubblica ha chiesto umilmente perdono mostrandosi finalmente consapevole della gravità della situazione. Un atto di dolore recitato in maniera non troppo convinta, e arrivato anche in netto ritardo sulla tabella di marcia.

Perché, invece di chiedere scusa, la von der Leyen non promette aiuti veri, non in prestito?

Risulta difficile, infatti, credere alle belle parole della von der Leyen, la stessa che, è bene ricordarlo, continua a fare orecchie da mercante alle nostre richieste, senza ma il coraggio di una presa di posizione forte nei confronti dei Paesi del Nord, Germania in primis, che continuano a negarci una mano. “Qualcuno ha pensato soltanto ai suoi interessi, ma d’ora in poi sarà tutto diverso” ha detto la presidente della Commissione. Dimenticando di aggiungere, tra l’altro, che a danneggiare la nostra economia furono anche le sue scriteriate parole all’indomani dei primi guai: le sue parole, invece di rassicurare, non fecero che spingere ancora più in giù le borse.

Perché, invece di chiedere scusa, la von der Leyen non promette aiuti veri, non in prestito?

Ci sono passaggi, nel discorso della von der Leyen, che suonano come prese in giro, tentativi poco convinti di mettere le mani avanti. “Migliaia di italiani, personale medico e volontari, hanno risposto alla chiamata del governo e sono accorsi ad aiutare le regioni più colpite. Le industrie della moda ora confezionano mascherine protettive, i produttori di amaro imbottigliano disinfettante per mani” dice, lodando tutti i tessuti sociali del nostro Paese. Bene, dov’era l’Europa quando, con l’emergenza appena scoppiata, avevamo bisogno urgente di disinfettanti e mascherine per proteggere i cittadini e il personale sanitario? Un po’ facile, con tutto il rispetto, aprire gli occhi soltanto oggi, quando abbiamo ormai gestito da soli il grosso dei problemi.

Perché, invece di chiedere scusa, la von der Leyen non promette aiuti veri, non in prestito?

Resta, infine, un appunto. La von der Leyen promette, a testimonianza della nuova rotta intrapresa dall’Europa, uno stanziamento di cento miliardi di euro per i Paesi più colpiti dalla crisi, Italia in primis, in modo da assistere le famiglie che nel frattempo sono confinate in casa e non possono lavorare. Senza fornire, però, dettagli rassicuranti sulle modalità. Non una parola per spiegare agli italiani che la nuova solidarietà di cui l’Ue ora fa vanto significherà aiuti senza condizioni, in deroga a quel principio del rigore a tutti i costi che non può e non deve essere rispettato anche in un momento così drammatico. Non un secondo speso per dire “vi daremo soldi non in prestito per rialzare subito la testa”. E allora, in tutta onestà, siamo sicuri che l’Europa sia davvero cambiata?

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