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Maxi-processo Ilva, il pm accusa i Riva: “Gestione criminale, ha prodotto inquinamento e morte”

Pubblicato il 02/02/2021 14:31 - Aggiornato il 02/02/2021 14:32

A quasi dieci anni dall’inchiesta è ripartito, a Taranto, il processo “Ambiente svenduto”, tra i più imponenti nella storia giudiziaria italiana. Uno squarcio sugli anni 1995-2013, durante i quali era la famiglia Riva ad avere le mani sull’impianto, mettendo in atto quella che, per usare le parole del pm Mariano Buccoliero, si è rivelata “una gestione sciagurata e criminale”. Un lungo viaggio all’indietro attraverso le accuse di disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e l’omicidio colposo di due operai. Imputate, in totale, 3 società e 44 persone.

Maxi-processo Ilva, il pm accusa i Riva: "Gestione criminale, ha prodotto inquinamento e morte"

Una storia che ha attraversato le generazioni, quella dell’Ilva. Prima pubblica, poi affidata al privato, nello specifico ai Riva. Commissariata una volta iniziate le indagini, passata ad ArcelorMittal e oggi statale con la partecipazione di Invitalia. Un finale come peggio non si potrebbe per quell’impianto nato nel 1960 e che aveva richiamato lavoratori da tutto il Sud Italia. Per ospitarli era stato creato il quartiere Paolo VI, in omaggio al papa che per primo aveva varcato i cancelli della fabbrica. Una costruzione mastodontica, estesa su 15 milioni di metri quadrati.

Maxi-processo Ilva, il pm accusa i Riva: "Gestione criminale, ha prodotto inquinamento e morte"

Poi i primi guai nel 1982, anno della prima sentenza sulle emissioni nocive dell’impianto. E i Riva. Con la privatizzazione che affida loro l’impianto nasce l’Ilva. Oggi, nel corso del maxiprocesso, gli imprenditori sono accusati di “non aver eseguito il miglioramento degli impianti, acquistati in condizioni precarie”. Con gli occhi puntati sul cosiddetto “sistema Archinà”: “Pressioni e soldi per la positiva e manipolata soluzione di problematiche connesso al rilascio delle autorizzazioni”. E una frase, sinistra, che Fabio Riva avrebbe pronunciato di fronte al dramma dei veleni rilasciati: “Due casi di tumore in più l’anno? Una minchiata”. Oggi, il diretto interessato nega di averlo mai detto.

Maxi-processo Ilva, il pm accusa i Riva: "Gestione criminale, ha prodotto inquinamento e morte"

A fotografare la situazione della città sono, nel frattempo, i dati dello studio Sentieri pubblicati da La Stampa: mortalità infantile del 21% in più rispetto alla media regionale e tumori nella fascia 0-14 superiori del 54%. Con un aumento del rischio decesso per patologie associate all’esposizione industriale registrato negli anni tra il 2002 e il 2015. Nonostante la bellezza di 12 decreti “Salva Ilva”, il nodo resta ancora oggi irrisolto. Il governo parla di una svolta green. La rabbia dei tarantini, però, è sempre la stessa.

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