La domanda che continuiamo a porci tutti, da qualche settimana a questa parte, è come farà l’Italia a uscire da una crisi economica senza precedenti, con il coronavirus che ha costretto già la stragrande maggioranza delle nostre aziende a chiudere i battenti e le famiglie a sospendere momentaneamente il lavoro. Difficile immaginare che possa farcela da sola, trovando autonomamente le risorse necessarie a far fronte all’emergenza. Più probabile invece, visto lo spessore degli eventi, che siano necessarie risorse esterne.
E allora, come fare? Ricorrendo innanzitutto agli aiuti dell’Europa. Che però, in questi giorni delicati, continua a tirare la corta, negandoci quella solidarietà di cui si è spesso riempita la bocca senza però poi dare seguito concreto alle belle parole. Gli eurobond? I finanziamenti tramite Mes? Tutto possibile, purché legato a precise condizioni di successiva austerità. I rischi degli altri, nell’Unione di oggi, non li condivide nessuno. Con la Bce che continua a rifiutare di fare la banca centrale, stampando nuovi soldi da destinare direttamente ai cittadini bloccati in casa.
Ma allora c’è davvero la possibilità, configurata in maniera cauta dallo stesso Mattarella nel suo ultimo discorso, di uno strappo? Il rischio, per quanto al momento ancora remoto, c’è. Un’Italia incapace di far fronte all’emergenza sarebbe inevitabilmente segnata da tensioni sociali tali da spingere verso un’uscita dall’Europa, così da poter stampare autonomamente i soldi necessari a coprire i costi della crisi. Bruxelles non pare consapevole di questa possibilità e continua da par suo a ragionare su proposte che restano sempre e comunque aiuti a metà, visto che sempre di debito da restituire in qualche modo si tratta.
Draghi ha parlato di una “garanzia pubblica al 100% per le banche sui prestiti da concedere alle imprese in difficoltà”. Soluzione che nasconde comunque un potenziale rischio: che l’Italia debba trovare i soldi per far fronte all’escussione delle banche della garanzia, dovendo finanziare quindi questi esborsi. E allora? E allora si torna al punto di partenza. La Bce deve stampare carta moneta e trasferirla direttamente nelle tasche di imprenditori e cittadini. Il “bazooka” già messo in atto da altri Paesi e che l’Europa, invece, continua a non voler armare. Senza capire che in questo momento la sua stessa sopravvivenza è messa in seria, serissima discussione.
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