In tutto il mondo i grandi Stati stanno mettendo sul piatto miliardi e miliardi per evitare di sprofondare insieme alla crisi data dal coronavirus. In Italia, invece, si tentenna, si attuano politiche con il freno a mano che probabilmente lasceranno danni irreversibili nella nostra economia e nella popolazione. La tesi più esatta che circola in questi giorni è quella dell’helicopter money, messa in campo recentemente anche dagli Stati Uniti. E c’è chi anche per l’Italia suggerisce questa misura: dare liquidità ai cittadini. Ne ha parlato ad esempio anche Riccardo Mulone, UBS Country Head Italy, in un colloquio con Laura Galvagni su II Sole 24 Ore. “Una situazione nuova, con una dinamica del tutto diversa rispetto alle crisi che hanno attraversato il pianeta negli ultimi 20 anni e per questo tutta da interpretare”.

Le ripercussioni, sul piano economico, saranno “forti”. Per Mulone, però, questa “potrebbe diventare un’occasione per riformare il sistema: dopo le guerre, e questa è una guerra anche se al fronte non ci sono soldati ma medici e infermieri, scatta sempre una fase di maggiore coesione, di vitalità e di ripresa e l’Italia sta già dimostrando un forte recupero del proprio orgoglio”. Il mezzo per ripartire? “L’helicopter money”. Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria che ha innescato a sua volta una crisi sociale ed economica che infine si è trasferita sui mercati. La Fed si è subito mossa con gli strumenti che ha a disposizione: tassi e liquidità.

Cruciale, però, è ciò che faranno i governi per tamponare la crisi sanitaria e quella economica che ne deriverà. Spiega Mulone: “Questa è la più grande prova che i governi si trovano a dover affrontare da tempo. Il concetto deve essere quello dell’helicopter money, ossia i denari devono arrivare nelle tasche degli italiani e soprattutto in quelle delle fasce più colpite, parlo di piccole e medie aziende e di partite Iva. Poi certo anche le produzioni ferme andranno sostenute. Riguardo al quantum messo sul piatto capiremo solo più avanti se è sufficiente. Alcuni manager e alcuni imprenditori hanno sottolineato che in questa fase di confusione possono crearsi le migliori opportunità di acquisizione”.

Come reggerà il sistema? Mulone analizza: “Ci sono sicuramente dei rischi, tanto più per le imprese più indebitate. Ma ancora una volta molto dipenderà dalla durata della crisi. Per questo le misure di contenimento adottate vanno rispettate, per ridurre il più possibile il periodo di stop. Di certo tutto questo ci insegna ad avere maggior rispetto per la sanità pubblica che ha vissuto decenni di precarietà”.
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