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Mes alla tedesca, avanti tutta approfittando della distrazione da coronavirus

Pubblicato il 02/03/2020 13:14

Il coronavirus continua a fare danni. E a distrarre. Così, mentre il mondo si allarma e si adopera per fronteggiare l’emergenza (precisiamo: tutti si adoperano, tranne l’Europa), l’Ue ne approfitta – zitta zitta – per fregare ancora una volta l’Italia e mandare in porto il Mes alla tedesca. I rischi che possono derivare dall’accordo in questione non sono un’invenzione. I problemi indotti dal Covid-19 sono decisamente impegnativi. Ieri le Borse hanno ancora una volta segnato ribassi e si è impennato lo spread Btp-Bund. Come scrive Angelo De Mattia su Il Tempo “non sarebbe accettabile che i rischi che potrebbero correre le banche, a seguito di una eventuale nuova crisi dell’economia, vengano colti per far passare versioni del Mes assolutamente inadeguate o, comunque, per dimenticare la strombazzata linea del pacchetto”.

Quale sarà, dunque, il testo finale dell’accordo intergovernativo su cui si chiuderà l’approvazione conclusiva dei partner europei? Angelo De Mattia spiega che l’accordo resta inalterato, “con i non adeguatamente fugati rischi della sottoposizione dell’intervento del Mes con i suoi finanziamenti alla condizione della previa adozione di misure, da parte dello Stato in difficoltà interessato, per la ristrutturazione del debito. Come si ricorderà, alle critiche delle opposizioni e ad alcuni malumori in aree della stessa maggioranza, il Premier Conte aveva risposto escogitando la soluzione del ‘pacchetto'”.

Ciò in sostanza stava a significare che modifiche e innovazioni sarebbero state introdotte in altri versanti di interesse nazionale ed europeo che hanno collegamenti con il Mes, a cominciare – scrive De Mattia – dall’istituzione dell’assicurazione europea dei depositi, il terzo pilastro dell’Unione bancaria che, diffusamente ritenuto fondamentale, viene da tempo rinviato oppure se ne collega l’adozione a misure chiaramente inaccettabili, quali l’attribuzione di un coefficiente di rischio agli investimenti in titoli pubblici o l’apposizione di un tetto a tali investimenti ovvero, ancora, una ponderazione selettiva per tipo di titoli”.

Tale condizionalità negli ultimi tempi appare ridimensionata, ma non vi è alcun atto che attesti la rinuncia alla proposta, sostanzialmente di origine tedesca, e ti pareva. “L’altra misura in qualche modo collegata al Mes sarebbe la introduzione di un bilancio dell’Eurozona. Questo, però, privo di organi e di un assetto adeguato delle entrate e degli impegni di spesa, nonché delle relative responsabilità, sarebbe l’effetto di un trasferimento di competenze senza una corrispondente compartecipazione dei partner dell’Eurozona all’esercizio della sia pur limitata sovranità trasferita dai singoli Stati. Insomma Il «do ut des» su cui si dovrebbe fondare un pacchetto non risulta minimamente alle viste. Il colmo sarebbe se il risultato si traducesse nell’intangibilità dell’accordo e nella completa mancanza di contropartite, che non possono essere scambiate per qual-che innovazione già in precedenza prevista a prescindere dalla logica del ‘pacchetto'”.

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