Lo scorso anno l’Italia aveva esportato al di fuori dei propri confini il 49% di quanto prodotto dalle proprie fabbriche. Nel 2023, per la prima volta, l’export supererà invece quota 50. Una bellissima notizia per il nostro Paese, segno di quanto il made in Italy sia ancora un fiore all’occhiello apprezzato in tutto il mondo. E un segnale chiaro verso quell’Unione Europea che continua, invece, a fare la guerra ai nostri tesori, con regole che vanno puntualmente a vantaggio di altre nazioni. Come spiegato da Repubblica, il mercato interno alla fine di questi 12 mesi sarà soprassato da quello esterno, con le stime formulate da Intesa Sanpaolo e Prometeia che parlano di un Pil cresciuto più degli altri, accompagnato da un export a sua volta molto positivo. Ecco, nel dettaglio, la situazione. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’economista Fedele De Novellis ha messo in luce aspetti più e meno positivi di questo trend. Sottolineando come, per esempio, i salari reali siano del 5% più bassi rispetto al 2019 e ci sia stato un calo fisiologico nei consumi interni, oltre a una produttività che ha smesso di crescere dopo il boom successivo alla pandemia. Le buone notizie, però, per fortuna non mancano. (Continua a leggere dopo la foto)
Gli investimenti nel nostro Paese sono infatti in forte aumento e la speranza è che riescano a trainare, nei prossimi mesi, la produttività. Analizzando i vari settori, inoltre, ecco che tra quelli che hanno aumentato l’export ce ne sono alcuni già ad alto valore aggiunto. Spiccano le lavorazioni di metalli come l’alluminio, il rame, lo zinco. Oppure i macchinari per le acciaierie. Più in alto di tutti la farmaceutica, che ha visto le proprie esportazioni sfiorare il 100% del fatturato. (Continua a leggere dopo la foto)
“Molte aziende italiane sono ben presenti nelle filiere collettive globali – ha spiegato l’amministratore delegato di Cerved Andrea Mignanelli – dove occupano posizioni cruciali. Non c’è dubbio che questo sia un grande indice di competitività. L’affermazione nell’industria del top gamma riguarda molti settori del made in Italy, non solo le auto sportive ma anche moda, pelletteria e alcuni prodotti alimentari. Il successo in aree geografiche come Usa e Asia ci ha permesso di superare le difficoltà della Germania, nostro principale mercato di destinazione”.
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