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“La scienza ha sbagliato”. L’incredibile ammissione di Zuckerberg: “E la censura Facebook…”

Pubblicato il 10/06/2023 12:12 - Aggiornato il 19/06/2023 09:02

Un’ammissione che ha fatto rumore, quella di Mark Zuckerberg. Che ha confermato, senza troppi giri di parole, come Facebook si sia impegnato ad applicare una censura costante verso determinati contenuti durante il periodo della pandemia, quando esprimere opinioni contrarie al pensiero scientifico dominante era quindi, di fatto, vietato. L’occasione per affrontare l’argomento è arrivata in durante una lunga intervista che Lex Fridman, ricercatore esperto in intelligenza artificiale al Mit, ha organizzato con il fondatore della popolare piattaforma social, concedendosi il lusso di rivolgere a Zuckerberg anche qualche domanda “scomoda” che fin qui l’imprenditore aveva sempre evitato. Il contenuto del faccia a faccia è stato riportato da La Verità. (Continua a leggere dopo la foto)
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Interrogato sulla disinformazione, Zuckerberg ha spiegato senza troppi giri di parole che “ci sono alcuni argomenti che sono considerati pericolosi dalla comunità, come la pedofilia, il terrorismo o la violenza. Poi ci sono altri temi sui quali la società dibatte, come il Covid: a inizio pandemia c’erano reali implicazioni per la salute”. (Continua a leggere dopo la foto)

Poi l’ammissione: “Temo che una parte dell’establishment si sia in un certo senso confuso su alcuni elementi fattuali, chiedendo di censurare moltissime notizie che col senno di poi si sono rivelate quantomeno discutibili, se non addirittura vere. Questo a lungo andare ha logorato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”. (Continua a leggere dopo la foto)

Parole arrivate con una semplicità disarmante, considerando che si tratta di una chiara violazione del diritto di espressione dei cittadini, sancito da ogni costituzione nazionale. Ancora più grottesco il fatto che Zuckerberg abbia ammesso quanto sia “difficile distinguere i fatti dalle opinioni per il nostro algoritmo. Ci limitiamo a domandarci se un’informazione sia un pericolo oppure no”.

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