La verità sugli errori della gestione della pandemia sta finalmente venendo a galla, in ogni parte del mondo, accompagnata dalla rabbia dei cittadini che hanno visto i propri diritti calpestati in nome di un presunto bene comune in realtà inesistente. Nonostante indagini e scoop abbiano ampiamente dimostrato quanto folle e inutile sia stato imporre lockdown, Green pass e restrizioni di sorta, c’è ancora una parte dell’opinione pubblica che difende a spada tratta i protagonisti di quella stagione disgraziata. Come Anthony Fauci, ex consigliere di Joe Biden che si è presentato nelle scorse ore all’Università di Siena per tenere una lectio magistralis e ricevere una laurea honoris causa. Celebrato, ovviamente, da buona parte della stampa italiana mainstream. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il Corriere della Sera ha titolato, per esempio, “Laurea a Fauci, la contestazione dei no vax”. La Stampa ha dedicato al medico una lunga intervista, nella quale il professore si è detto “preoccupato per l’integrità dei Paesi democratici” puntando il dito contro chi “considera le verità alternative come qualcosa di normale”. Ricorrendo a un’espressione tristemente famigliare: “Nemici della scienza”. (Continua a leggere dopo la foto)
In maniera neanche troppo velata, Fauci si è poi mostrato favorevole alla possibilità di ulteriori restrizioni: “Cattiva informazione e disinformazione sono i nemici della salute pubblica. Non dobbiamo lasciare che accada di nuovo, dobbiamo trovare delle contromisure. I social media diffondono fake news alla velocità della luce”. Il problema, insomma, sarebbe soltanto la disinformazione. Ma un pizzico di autocritica per gli errori commessi nella gestione della pandemia? Niente, neanche l’ombra. (Continua a leggere dopo la foto)
E pensare che lo stesso dottor Fauci celebrato dalla stampa italiana è stato dipinto così dal New York Times, come riportato da Francesco Borgonovo sulle pagine della Verità: “È diventato il volto della risposta incoerente della sanità pubblica americana alla pandemia”. Accusato, inoltre, di aver veicolato una visione autoassolutoria secondo la quale la scienza non può essere mai contestata e se accadono disastri la colpa è sempre e solo della popolazione. Prima di dipingerlo come un eroe, forse certi giornalisti avrebbero fatto meglio a informarsi.
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