L’epidemia di coronavirus ci sta portando dentro una crisi economica che potrebbe risultare devastante. Come si può stimolare dunque la domanda interna? L’aumento dei consumi è la sola risposta, ma per farlo è necessario mettere soldi nelle tasche degli italiani. Si parla da tempo di helicopter money. Ecco, è una misura che ad Hong Kong è diventata realtà: il governo ha deciso di distribuire l’equivalente di 1.175 euro a ciascun adulto dei suoi 7 milioni di residenti permanenti nella città. Forse l’Italia dovrebbe adottare iniziative un po’ più mirate, ma la direzione da prendere è questa perché continuando a ragionare sullo zero virgola del rapporto deficit/pil andremo a fondo molto velocemente.
Anche la Banca del popolo della Cina ha già lanciato iniezioni straordinarie di liquidità per sostenere le imprese che hanno visto arrestare drammaticamente i flussi di cassa a causa del blocco sanitario da coronavirus. Negli Usa, la Federal Reserve taglierà i tassi e la Casa Bianca lavora a nuovi tagli alle tasse per rispondere alla ormai imminente frenata globale. Anche il Giappone sta per lanciare misure straordinarie di liquidità. E l’Europa? E l’Italia? Stanno a guardare, a ragionare ancora sui paletti e sugli zero virgola, con il prosciutto sugli occhi. Mentre anche gli investitori internazionali hanno già fatto notare che non è un bene che l’Europa resti indietro nella corsa a sostenere le imprese e la crescita.
L’Italia, dunque, deve reagire in modo straordinario, e con lei l’intera Ue. Giapponesi, americani e cinesi non sono stupidi. Perché loro prendono questo tipo di decisioni e l’Europa invece sta a guardare? Ecco perché la risposta è nell’helicopter money, riesumato nel 2015 dall’ex governatore della Federal Reserve Ben Bernanke, che a sua volta ha ripreso il concetto ideato dal premio Nobel per l’economia Milton Friedman. È un tentativo estremo di rilancio dell’economia. E di questo si ha bisogno ora.
Nella pratica, tramite l’Helicopter Money ai cittadini vengono distribuiti soldi in contanti nel tentativo di far ripartire inflazione, consumi, e in generale la crescita economica. Di recente il discorso è stato ripreso anche dall’ex governatore della Fed di Dallas, Richard Fischer, da Jean Boivin, già vice della Banca del Canada e da Philipp Hildebrand, n.1 della Banca centrale svizzera tra il 2010 e il 2012. Ed ora, per contrastare il doppio effetto recessivo innescato da mesi di proteste e dall’epidemia di Coronavirus, il governo di Hong Kong ha deciso di passare all’azione. E noi dovremmo fare ugualmente.
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