Conte insiste da tempo sull’importanza del Recovery Fund, la medicina che guarirà ogni male di un Paese ormai messo in ginocchio dalla crisi. L’Europa, però, proprio in queste ore ha ancora una volta messo in chiaro la vera natura degli aiuti, le briciole che lascerà gestire all’Italia, e sui vincoli che imporrà in cambio della possibilità di metterci le mani sopra. Il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha infatti spiegato alle pagine dell’Avvenire che il nostro Paese non ha ancora messo in cantiere riforme a sufficienza. E ci ha ricordato, non bastasse, il peso del nostro debito.
“La bozza che abbiamo visto finora – ha detto Dombrovskis a proposito del piano italiano per la gestione del Recovery – è in generale in linea con i nostri obiettivi. Anche se, indubbiamente, serve ulteriore lavoro. Dobbiamo vedere un equlibrio tra investimenti e riforme. Cosa non va? C’è un accento sui primi e meno sulle seconde. E serve una chiara aderenza alle raccomandazioni. Serve anche lavoro per indicare gli obiettivi e le ‘pietre miliari’, le varie tappe dell’attuazione. Perché sono quelle che consentiranno l’esborso delle rate”.
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Dombrovskis si è poi mostrato ottimista verso il futuro, nonostante proprio in queste settimane le stime abbiano parlato di una ripresa quanto mai difficile. Poi ha messo ancora una volta in guardia l’Italia, uno dei Paesi caratterizzati dal più alto debito all’interno dell’Ue. Una volta che la crisi sarà alle spalle, dovremo comunque rimboccarci le maniche: “Il debito è una questione che ci preoccupa molto. E assistiamo, a causa della pandemia, a un sostanziale incremento dell’indebitamento pubblico e privato. Quando disattiveremo la clausola di salvaguardia, partiremo da una situazione con deficit e debiti elevati. E questo dovrà essere preso in considerazione quando dovremo tornare a indicare il percorso di bilancio verso la sostenibilità a medio termine”.
Insomma, di regali da parte dell’Ue non se ne parla. Bene essere chiari: “La clausola di salvaguardia, pur non indicando soglie precise per deficit e debito, prevede che gli Stati debbano continuare a tenere in conto la sostenibilità di bilancio a medio termine. Da qui non si scappa”. Sulle modifiche del Patto di Stabilità, invece, è impossibile al momento capire “dove andranno a finire i negoziati. Detto questo sottolineo che non si tratta di trattative per cambiare il Trattato Ue”.
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