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Massimo D’Antoni avverte: “Il Mes sanitario è l’esca: poi l’Ue ci imporrà quello vero”

Pubblicato il 22/04/2020 15:58

Qualche giorno fa avevamo dato notizia di un appello che 101 economisti hanno sottoscritto e rivolto al premier Conte per non firmare l’accordo con l’Europa. Tra questi esperti c’è anche il professor Massimo D’Antoni, il quale è stato intervistato in proposito da Luca Telese per La Verità. Alcune delle affermazioni di D’Antoni sono utili per capire ancor di più la nefandezza che sta compiendo il governo. “Tra pochi mesi – dichiara – per noi sarà impossibile rientrare nei parametri che quello strumento impone. C’è il rischio che ci ritroveremo in uno scenario di crisi analoga a quella del 2011. Ci si porrà il tema di dover passare da questo Mes sanitario, teoricamente ‘alleggerito’, al sostegno del Mes ‘vero’, che potrebbe essere per noi pesantissimo”. Il Mes sanitario, dunque, sarebbe solo l’esca per far abboccare l’Italia e poi ucciderla.

Telese fa notare a D’Antoni che i giornali mainstream tendono (a differenza nostra) a non parlare di questo appello: “È citato pochissimo dai grandi quotidiani”. Ma questo Mes è effettivamente privo di condizionalità? “Basta leggere il comunicato dell’Eurogruppo e soprattutto i Trattati, che resterebbero in vigore, per dubitare di questa affermazione”. Intanto il vicepresidente della commissione Ue Timmerman dice all’Italia: “Accettate il Mes senza condizioni, per i vostri medici”. Una vergogna che D’Antoni commenta così: “Detto da lui e da altri che hanno sempre spinto perché l’Italia fosse sottoposta a condizionalità…”.

E il direttore del Fondo Salva Stati, Klaus Itegling? “Anche lui sembra volerci convincere che il Mes sarebbe il classico ‘pasto gratis’, ma l’unico pasto gratis che io conosco, in questo particolarissimo tipo di mense, è quello in cui tu sei la pietanza”. Massimo D’Antoni poi spiega: ” Noi proviamo semplicemente ad evidenziare quelli che vediamo come rischi concreti del ricorso al Mes. La famosa ‘condizionalità’, per esempio, che come è noto è legata al vincolo di spesa sanitario. Ma il problema dell’Italia non è la mancanza di soldi per la sanità nell’immediato. Il nostro problema principale è la caduta verticale del Pil che si porterà dietro un crollo delle entrate fiscali”.

Continua D’Antoni: “La caduta delle entrate è caduta del Pil. Ed è molto più importante il finanziamento delle spese economiche che di quelle sanitarie. Il Mes a questo riguardo serve a poco, e questo lascia in molti di noi la sensazione che l’adesione dell’Italia sia vista come un fine, non un mezzo. Con l’obiettivo di assicurarsi – fin da ora – che quando la crisi sarà finita l’Italia sia imbrigliata nei vincoli delle regole fiscali europei. Il Mes sanitario diventa un primo passo per rendere più digeribile quello economico”.

I regolamenti dell’Unione impongono infatti a chi ottiene un credito dal Mes, anche un credito “leggero” come questo, la “sorveglianza rafforzata”. Spiega quindi D’Antoni: “Sei soggetto a controlli, vigilanza e raccomandazioni analoghi a quelli previsti per un Paese in procedura di infrazione. Sei un governo che approva – che ne so – il reddito di cittadinanza? Io ti raccomando di non farlo. E se non accetti si può arrivare a raccomandare l’adozione di un percorso di aggiustamento macro-economico, con vincoli ben precisi. Devi negoziare la tua politica economica con Bruxelles, come abbiamo visto in Grecia”. Più chiaro di così!

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