I dati della polizia parlano di circa 70mila persone, ma dalle immagini in circolazione nelle ultime ore sembrano molte, molte di più. Una grandissima folla si è riunita a Praga per chiedere le dimissioni del governo conservatore ceco, accusandolo di sottomissione all’Unione Europea e alla Nato, protestando contro l’applicazione delle sanzioni imposte alla Russia ed il conseguente aumento dei prezzi che stanno scatenando la crisi energetica.
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I manifestanti, chiamati dai partiti di opposizione e da altre organizzazioni, hanno chiesto la neutralità nella guerra in Ucraina, dove l’Esecutivo di Praga, esattamente come in Italia, ha adottato una chiara posizione di sostegno politico e militare a Kiev. Sul palco della centralissima piazza Venceslao, nella capitale, si sono avvicendati i rappresentanti delle formazioni anti-sistema ed euroscettiche. Tra i relatori, c’era chi ha chiesto di “liberarsi dalla sottomissione politica all’Ue, all’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Onu”.
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I manifestanti, riuniti sotto lo slogan “Repubblica Ceca Prima”, hanno protestato anche contro la Nato, di cui il Paese è membro, e chiesto la fine delle sanzioni imposte dall’Ue a Mosca per la sua aggressione all’Ucraina. Tra i temi trattati anche la sollecitazione di forniture di gas a basso costo dalla Russia, protestando contro i prezzi elevati dell’energia. La Repubblica Ceca ha la presidenza di turno dell’Ue e il prossimo vertice dei leader si terrà proprio a Praga il 6-7 ottobre.
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About 70,000 people filled Prague's Wenceslas Square on Saturday, with some carrying signs denouncing the country’s membership of the European Union and the NATO military alliance https://t.co/XaDJHxrknK
— Bloomberg (@business) September 3, 2022
Allineandosi alla propaganda di Sistema, ormai standardizzata in tutta Europa, il premier, Petr Fiala, ha definito la manifestazione “filo-russa”, sostenendo che la folla di decine (forse centinaia) di migliaia di persone siano tutti parte di una campagna di disinformazione voluta da Vladimr Putin: “Questi slogan e l’interpretazione dei fatti coincidono con la posizione russa e, a mio avviso, non corrispondono agli interessi della Repubblica Ceca”, ha detto il Fiala. Sicuramente la banalizzazione di questo dissenso popolare ad una mera trovata del presidente russo non aiuterà a calmare gli animi. Vedremo come si evolverà la situazione.
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