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“Dobbiamo farlo, perdiamo credibilità”. La Meloni getta la maschera su sanzioni, armi e crisi energetica

Pubblicato il 04/09/2022 17:57

«Se l’Italia si sfila da sanzioni e armi perde credibilità». Parola di Giorgia Meloni al forum di Cernobbio. Parlando sul tema delle sanzioni alla Russia la leader di Fratelli d’Italia ha aggiunto che «Se l’Italia si sfila non cambia niente per le altre nazioni. Ma è la nostra decisione, la nostra posizione, la nostra credibilità. Perché ovviamente noi abbiamo volume esportazione con la Russia dell’ 1,5%, volume esportazione con l’occidente dell’80%. Una nazione seria deve avere postura credibile», ha aggiunto Meloni, incurante di come queste misure stiano oggettivamente distruggendo l’intero tessuto socio-economico italiano. Nel suo discorso la leader di FdI ha chiaramente rimarcato di voler seguire i dettami dell’agenda Draghi attuata finora dal precedente governo di cui si professava oppositrice.
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L’ottusità della Meloni su armi e sanzioni

Secondo la visione distorta di Giorgia Meloni, il conflitto in Ucraina potrebbe trasformarsi in una guerra molto più ampia, che potrebbe avvantaggiare l’Oriente. Il conflitto, secondo lei, è solo la punta di iceberg di un conflitto più alto. “Se l’Ucraina cade e l’Occidente perisce il grande vincitore di domani sarà non solo la Russia di Putin, ma la Cina di Xi Jinping”. E proprio per questo ha detto che non comprende la timidezza europea al tetto al prezzo del gas. “Non c’è perché non conviene all’Olanda e alla Germania”. Alla leader di Fratelli d’Italia forse sfugge che la guerra in Ucraina si è già tramutata in un vero e proprio conflitto mondiale – seppur a livello economico – con alleanze e strategie di stampo militare ben definite. Oltretutto, è innegabile come la stessa strategia che lei vorrebbe ostinatamente portare avanti abbia già avvantaggiato il blocco euroasiatico, rafforzando economicamente e militarmente l’intesa russo-cinese.
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La Meloni è fortemente europeista

Sul piano economico poi, la Meloni ha sottolineato come, secondo lei, «Bisogna parlare con l’Europa per usare Pnrr. Il Pnrr è stato scritto prima della condizione che si è materializzata con il conflitto in Ucraina. Gentiloni segnala che tante nazioni stanno rivedendo le loro priorità sulla base delle nuove condizioni. Non significa cambiarlo totalmente» ha aggiunto. Le velleità fortemente europeiste di Fratelli d’Italia si palesano dunque anche in tema di politica economica, avallando quell’enorme ricatto che è il Pnrr, il quale fungerà da collante per legare, se possibile, ancor di più i Paesi membri all’Unione Europea della finanza, attraverso un’enorme mole di debito che ricadrà sulle nostre generazioni future. Ricordiamo tutti come la Grecia abbia dovuto cedere per 12 anni la propria sovranità alla troika di Bruxelles. D’altro lato, se l’Europa ti tiene sotto scacco deliberando su come il tuo Paese debba spendere i suoi soldi, è questo il destino che ci attende: sottostare ai dettami altrui tutelando gli interessi dei creditori anziché quelli dei cittadini.

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